Non si fermano le stragi nel Mediterraneo, con 28 corpi senza vita ritrovati nei giorni scorsi su una spiaggia della Libia, vittime di uno dei troppi naufragi avvenuti nella rotta tra il Nord Africa e l’Europa. Ma in mare rimangono anche coloro che hanno trovato la salvezza grazie all’intervento delle navi delle ong impegnate nelle acque di fronte alle coste libiche e tunisine. Sono circa mille i naufraghi ancora a bordo delle imbarcazioni Geo Barents e Sea Watch 3, in attesa di un porto sicuro.

Sulla prima, la nave di Medici senza frontiere che si trova già al largo di Catania, si trovano 558 sopravvissuti alle onde del Mediterraneo: “Li stiamo curando per ustioni da carburante, mal di mare, infezioni respiratorie e lesioni legate alla violenza – spiega Kira Smith, ostetrica a bordo – Tutti i nostri sopravvissuti hanno bisogno di ulteriori cure immediate e di un luogo sicuro il prima possibile”. Dalla nave arriva la testimonianza di Francois, originario del Camerun, che ha subito violenze in Libia: “Ho visto morire molte persone in Libia. Erano talentuosi come me, laboriosi e intelligenti – dice – Voglio denunciare ciò che sta accadendo in Libia e assicurarmi che le persone non perdano la vita in mare”. A bordo della Sea Watch, invece, il naufrago più giovane ha appena due settimane di vita. In totale sono 446 i migranti soccorsi in tre giorni in cinque operazioni. Tra loro c’è anche una donna nigeriana incinta al nono che mese. Proprio per garantirle piena assistenza medica, è già stata fatta sbarcare perché bisognosa di urgenti cure ostetriche. Arrivata assieme alla figlia di 2 anni al molo Madonnina di Lampedusa, a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera, la partoriente è stata trasferita in ambulanza al Poliambulatorio dell’isola in attesa di essere caricata su un elisoccorso e portata in ospedale.

Ma l’attività dei soccorritori non conosce un attimo di tregua. Trenta persone risultano alla deriva da ieri sera in zona Sar maltese, ma, secondo quanto denunciato da Sea Watch, a 30 ore dall’allarme lanciato da Alarm Phone “tutto quello che è arrivato sul posto è stato un aereo”. “La gente chiede: ‘Possono mandare un aereo, perché non una barca?’. Basta rischiare vite in mare – scrive su Twitter Alarm Phone – Basta guardare le persone morire! Hanno bisogno di un salvataggio adesso!”.

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