“Leggiamo con stupore delle ricostruzioni fornite da alcune testate giornalistiche. Dispiace che l’utilizzo intelligente e trasparente degli strumenti di semplificazione burocratica si presti a interpretazioni che oscurano i virtuosi sforzi compiuti dall’amministrazione”. Sono alcune delle parole scelte, appena sei giorni fa, dai vertici della Regione Siciliana in materia di lavori pubblici dopo l’articolo de ilfattoquotidiano.it sullo strano iter che aveva portato a inizio mese alla pubblicazione del bando per la costruzione dei nuovi uffici giudiziari a Catania. Un affare da circa 40 milioni di euro.

In un primo tempo, il Genio civile – ente regionale travolto di recente da uno scandalo corruzione – aveva fissato al 30 dicembre la scadenza per presentare le buste. Tempi particolarmente ristretti tenendo conto delle festività natalizie, ma soprattutto del fatto che fino al 17 dicembre non erano stati divulgati i documenti (progetto, computo metrico, disegni ecc.) necessari alle imprese per formulare le offerte tecniche.

Difendendo la legittimità della procedura all’interno delle deroghe concesse dal decreto Semplificazioni bis, l’assessore regionale Marco Falcone e il dirigente generale Salvo Lizzio, venerdì scorso, avevano annunciato una proroga dei termini al 10 gennaio. “Mettendo così a disposizione di tutti gli interessati più di 20 giorni, compresi i festivi”, aveva sottolineato l’esponente del governo di centrodestra guidato da Nello Musumeci.

Ieri, però, i convincimenti della Regione sembrano avere vacillato. Con una nota, infatti, il Genio civile ha fatto sapere di avere posticipato al 31 gennaio la scadenza per le offerte e di avere deciso anche di apportare modifiche al disciplinare di gara, uno dei documenti che per 14 giorni dalla pubblicazione del bando non erano stati diffusi. In particolare a essere state cambiate sono le modalità con cui verranno assegnati i punteggi relativi alle migliorie proposte dai partecipanti: non più tramite un sistema tabellare, per cui alle imprese veniva semplicemente chiesta la disponibilità o meno ad adottare accorgimenti migliorativi, ma con un criterio discrezionale in cui a pesare sarà la qualità della miglioria. A sollevare criticità su questo tema è stata, proprio ieri, Ance Sicilia, l’associazione che riunisce larga parte dei costruttori dell’isola. Sempre Ance, qualche settimana fa, si è vista dare ragione dal Tar su un appalto da oltre dieci milioni di euro, bandito dal Comune, per un parcheggio interrato a Catania. La gara, a cui avevano partecipato soltanto in cinque e che era in dirittura d’arrivo, è stata annullata dai giudici amministrativi.

Nei nuovi documenti di gara per la cittadella giudiziaria, che sorgerà a poche decine di metri dal mare, saranno ridotte anche le richieste riguardanti il numero di anni da garantire per la manutenzione degli impianti e l’importo della polizia fidejussoria, elementi giudicati entrambi troppo onerosi.