La Nasa ha registrato “rumori” provenire da Ganimede, la luna più grande di Giove. La “voce” del satellite naturale più grande del Sistema Solare è stata catturata dalla sonda Juno durante il volo ravvicinato dello scorso 7 giugno, a una distanza di 1.038 chilometri. Ovviamente il suono come lo conosciamo sulla Terra non si trasmette e quindi quelle che sono state captate sono onde elettromagnetiche.

La registrazione delle emissioni elettromagnetiche è stata poi convertita in una traccia audio di 50 secondi che l’Agenzia spaziale ha pubblicato in occasione del meeting dell’American Geophysical Union insieme alla mappa più dettagliata mai ottenuta del campo magnetico di Giove, realizzata grazie ai dati raccolti nel corso di 32 orbite effettuate dalla sonda. Proprio l’aver tradotto i dati elettromagnetici in segnali audio potrà aiutare la loro comprensione, facilitando l’individuazione di dettagli che altrimenti potrebbero sfuggire.

Il fisico Scott Bolton del Southwest Research Institute, responsabile scientifico di Juno spiega che “se si ascolta attentamente, si può sentire il repentino passaggio a frequenze più alte intorno alla metà della registrazione, segno dell’ingresso in una regione differente della magnetosfera di Ganimede”. Secondo il fisico e astronomo William Kurth dell’Università dell’Iowa, “è possibile che il cambio di frequenza subìto dopo l’incontro ravvicinato sia dovuto al passaggio dalla faccia illuminata di Ganimede a quella in ombra”.

La sonda spaziale Juno è stata lanciata nell’agosto 2011. Fin dalla sua entrata nell’orbita di Giove nel 2016 ha raccolto molti dati sul campo magnetico e l’atmosfera del pianeta gassoso. L’ultima mappa del campo magnetico di Giove, la più dettagliata realizzata finora, dimostra che qualcosa è cambiato nell’arco dei cinque anni della missione: la Grande Macchia Blu (la grande anomalia magnetica posta vicino all’equatore) si sta spostando verso est a una velocità di circa 4 centimetri al secondo. I dati indicano inoltre che la dinamo di Giove (cioè il meccanismo che genera il campo magnetico) si trova nello strato profondo di idrogeno metallico che avvolge il suo nucleo. La missione Juno continuerà fino al 2025, salvo eventuali imprevisti tecnici, sondando luoghi che ultimamente sono diventati molto interessanti anche per la presenza di acqua salata.

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