Il Commissario Figliuolo prepara l’azzeramento delle forniture di dispositivi di protezione individuale e di tamponi alle Rsa. In questi giorni le Regioni stanno informando gli enti gestori delle strutture che ospitano anziani non autosufficienti del fatto che a partire dal primo gennaio 2022 dovranno provvedere autonomamente a dotarsi dei sistemi di prevenzione dal contagio da Covid-19.

“Con la presente siamo a informarvi che a partire dal 1 gennaio 2022 gli Enti Gestori delle Unità d’offerta della Rete Territoriale extraospedaliera dovranno provvedere, in autonomia, all’approvvigionamento dei fabbisogni, di cui all’oggetto, tramite i propri canali ordinari. Conseguentemente, da tale data cesseranno le forniture da parte della scrivente Ats“, si legge per esempio in una missiva dell’Azienda sanitaria lombarda datata 9 dicembre 2021 il cui oggetto è appunto la dotazione di protezioni individuali e test diagnostici per la prevenzione del rischio di contagio da Covid 19 per il 2022. E che si conclude con l’impegno ad aggiornare i gestori nel caso in cui “dovessero proseguire le consegne da parte della Struttura Commissariale, che fino ad ora ha garantito la fornitura dei dispositivi e dei test diagnostici a Regione Lombardia”.

Tutto nasce con l’approssimarsi della scadenza dello stato di emergenza, al momento prevista al 31 dicembre, con la gestione commissariale che ha iniziato a mettere le mani avanti programmando lo stop alle forniture. Non a caso alcune regioni, come la Lombardia, starebbero già valutando un intervenendo diretto per sostituirsi allo Stato. Tuttavia, fanno notare i gestori, i dpi lo Stato non li ha praticamente quasi mai forniti. Molto diverso il discorso dei tamponi al momento forniti gratuitamente anche per gli screening che la popolazione delle Rsa svolge periodicamente, in genere ogni 15 giorni.

“La fornitura dei tamponi, che ci sia o non ci sia lo stato di emergenza, serve a garantire la continuità dello screening alla popolazione più a rischio in un momento in cui è in corso la quarta ondata”, sottolinea l’avvocato Luca Degani, presidente di Uneba Lombardia. “Il problema è serio e non si può dire ‘pensateci voi'”, aggiunge ricordando come l’effetto combinato del green pass senza l’obbligo vaccinale abbia moltiplicato esponenzialmente la domanda di tamponi. “Scelte legittime, ma se le Rsa si devono mettere in fila dai privati, rischiano di non avere lo screening nei tempi giusti”, è la preoccupazione di chi teme che così si abbassi “il livello di sicurezza” delle strutture. E la questione non è solo economica: “Un conto è procurarsi i tamponi rapidi, un conto sono i molecolari”. Dove l’Ats si muove agilmente anche grazie alle convenzioni con i laboratori privati che le singole strutture non possono ottenere con altrettanta efficacia del pubblico.

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