Io al Quirinale? Ormai me lo chiedono tutti anche per strada e la mia risposta è sempre la stessa: l’anno prossimo, quando si eleggerà il presidente della Repubblica, avrò 83 anni. Ora, 83 + 7 fa 90. E secondo le statistiche mi sembra una sfida alla provvidenza“. Sono le parole dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, nel corso della trasmissione “Tgtg”, su Tv2000, circa la sua disponibilità a candidarsi al Colle.

E aggiunge: “In più, non credo di essere una persona accettata da entrambe le parti. Anzi, non lo sono assolutamente, perché ho sempre avuto una mia idea molto precisa di centrosinistra riformista, ho combattuto due volte con Berlusconi e il centrodestra e quindi mica posso pensare che votino me come presidente della Repubblica. I conti li so fare, non ci arrivo neanche a un terzo dei voti“.

Prodi dissente dal giornalista Marcello Sorgi, secondo il quale sarà difficile trovare un nome condiviso del prossimo capo dello Stato: “Manca ancora troppo tempo per dire che non ci sarà un accordo tra i partiti. Adesso sono tutti giochi quelli su chi sarà presidente della Repubblica o meno. Bisogna aspettare. Sentiamo il discorso di fine anno di Mattarella e poi cominciamo a riflettere su questi problemi. Io credo che, come si è trovato un accordo in passato, lo si troverà. O ci sarà subito una convergenza su un nome oppure il presidente della Repubblica diventerà non quello che ha più voti, ma chi ha meno veti. Questo è un compromesso, ma il compromesso non è un vizio. È una necessità”.

L’ex presidente del Consiglio si pronuncia anche sull’obbligo vaccinale in Italia: “Bisognava arrivarci subito. Poi capisco che per un politico è difficile prendere questa decisione immediatamente. La mia tesi resta la stessa: prima ci si arriva meglio è. Bisogna salvaguardare la vita di tutti. Come si è salvata la vita di tutti con la poliomielite, bisogna farlo anche con il covid. Ma poco a poco, come vedete, ci si sta avvicinando all’obbligo vaccinale. Questa era la via da seguire fin dall’inizio“.

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