Cinque giorni, e non è finita, di protesta per 400 studenti del liceo delle Scienze umane “Sebastiano Satta” di Nuoro contro i divieti imposti dalla preside, tra cui lo stop a piercing, a unghie lunghe e alla ricreazione in cortile. La manifestazione è arrivata dopo cinque giorni in cui i ragazzi e le ragazze hanno disertato le lezioni, forti della solidarietà ricevuta dalle altre scuole della città sarda. La dirigente scolastica Carla Rita Marchetti ha manifestato delle aperture anche su altri provvedimenti come l’obbligo di consegna dei cellulari prima delle lezioni e il fatto che si possa andare ai distributori automatici uno per classe con le ordinazioni, ma gli studenti aspettano un documento che inverta la rotta in maniera ufficiale.

La protesta, fatta di fischietti, cori e slogan “continuerà a oltranza”, hanno spiegato gli studenti all’Ansa. Ma i problemi non si fermano alle restrizioni imposte recentemente, hanno spiegato gli studenti: “Vogliamo ricordare che siamo qui perché passiamo 5 ore seduti, non esiste la ricreazione e abbiamo 10 minuti di pausa ogni ora a discrezione del docente. Abbiamo un cortile molto grande ma non ne possiamo usufruire, nella succursale abbiamo un bagno per cento studenti che dividiamo coi professori. Che si riuniscano per restituirci i nostri diritti, ma devono essere messi nero su bianco“.

Un collegio docenti è stato convocato dalla preside per lunedì 6 dicembre, intanto la dirigenza non ha lasciato commenti alle testate. L’ultima dichiarazione però è stata un’apertura verso i ragazzi: “Sì alla ricreazione nel rispetto del distanziamento, sì al cellulare spento sul banco, non si discute invece sulle regole anti Covid in istituto e su quelle decise dal dipartimento di Scienze motorie, che vieta per motivi di sicurezza piercing e unghie lunghe”. Una delle studentesse con piercing al naso, ha spiegato che “vanno bene le regole di sicurezza su piercing e unghie, ma no alla nota disciplinare che influisce sul voto della condotta, la penalità dovrebbe riguardare solo la materia”. Più decisa un’altra studentessa, che ha mostrato le unghie lunghe e decorate e ha detto: “Il corpo è mio e decido io cosa fare”.

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