Il Green base sui mezzi del trasporto pubblico locale anche per gli studenti è una novità destinata a creare ancora una volta caos a causa dei ritardi del governo nel prendere in considerazione i diversi aspetti dell’introduzione di una normativa. A rischio c’è il diritto allo studio di migliaia di ragazzi che non si sono vaccinati. A denunciare la situazione è stata la Conferenza delle Regioni, ma non solo. Gli studenti dai 12 anni in su, infatti, pur essendo soggetti alla campagna vaccinale, non rientrano nella categoria degli obbligati al vaccino e possono andare in classe senza alcun controllo. Tuttavia da lunedì per andare a scuola gli allievi dovranno esibire il passaporto vaccinale o fare un tampone, pagandolo. Si parla, secondo i dati dell’ultimo report (3 dicembre) del Commissario straordinario per l’emergenza Francesco Figliuolo, di 1.046.667 adolescenti tra i 12 i 19 anni (22,62%) che finora non ha ricevuto alcuna dose. Molti di loro eviteranno di usare i mezzi pubblici facendosi accompagnare a scuola da mamma e papà, tanti potrebbero scegliere di non andare in aula altri potrebbero rischiarla: chi sarà beccato può prendere una multa da 400 a mille euro.

A lanciare l’allarme venerdì è stato il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga che ha chiesto una moratoria almeno fino alle vacanze di Natale: “Non tutti hanno una farmacia vicino a casa dove fare i tamponi e visto che i tempi per le vaccinazioni sono stretti – ha spiegato il presidente del Friuli Venezia Giulia – e che poi occorrono 15 giorni per la validità del green pass servirebbe una parentesi per non escludere nessuno dal diritto di andare a scuola”. Con lui i genitori che da diverse parti d’Italia hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri Roberto Speranza e Patrizio Bianchi: “La norma – cita la lettera del coordinamento dei presidenti dei Consiglio d’istituto dell’Emilia Romagna – va modificata esentando i ragazzi dal green pass sui mezzi pubblici oppure obbligandoli a indossare una mascherina Fp2 a bordo. Le preoccupazioni dei genitori in merito all’applicabilità del provvedimento appaiono legittime. Si invita il governo a una riflessione sul tema e a una determinazione di esenzione per i soggetti indicati”. Rimostranze di fronte alle quali l’esecutivo ha aperto a una possibile deroga, ma non erga omnes.

Silenzio totale dal ministero dell’Istruzione così come dal ministro dei Trasporti Enrico Giovannini. Si è fatto vivo il ministro Renato Brunetta che in un’intervista al Corriere della sera annuncia che “si sta studiando il tampone gratuito” per i ragazzi dai 12 ai 19 anni. In realtà, con ogni probabilità, il governo si fermerà un passo prima, studiando una misura ad hoc che tenga insieme l’esigenza della sicurezza e la necessità di non complicare la vita agli studenti, purché facciano un passo avanti verso la vaccinazione. La sintesi è stata della ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini: “Fedriga ha chiesto un mese di tempo. Il dialogo con le Regione è sempre aperto e fattivo. Valuteremo anche questa richiesta. Ma è importante che siano sicuri anche i mezzi di trasporto”, ha spiegato.

A chiedere un ripensamento sulla questione dei minori sono anche i prefetti che in quest’ultimi giorni hanno dovuto preparare dei piani in vista dell’introduzione del Super Green pass. Paola Spena, rappresentante del governo ad Avellino, pur con il garbo istituzionale che si addice ad un prefetto, esprime la sua perplessità: “Mi auguro che il tema dei minori venga rivisitato. Ricordo che a scuola possono andare senza mostrare green pass o tampone. È ovvio che il minore che viene individuato sprovvisto dei documenti necessari non può essere fatto scendere dal mezzo. Inoltre noi abbiamo deciso che la contestazione sarà fatta ai genitori non certo al ragazzo”. Una questione, quest’ultima, condivisa dall’assessore all’Istruzione della Regione Campania, Lucia Fortini, che al Ilfattoquotidiano.it spiega: “Non sono convinta di quanto deciso per i minorenni: non sono loro a scegliere se vaccinarsi”.

Non mancano, infine, gli appelli dalle singole Regioni. È il caso dell’assessore ai trasporti del Piemonte Marco Gabusi: “Non mettiamo in discussione la decisione del Governo, ma essendo sui territori dobbiamo rimarcare le possibili problematiche in fase attuativa. Pensiamo soprattutto la situazione dei piccoli Comuni, dove gli studenti hanno maggiore necessità di servirsi del trasporto pubblico locale e dove non è così facile effettuare i tamponi”. Richiami ai quali finora, in termini pratici, non ha risposto nessuno. Ma il problema della nuova normativa non si ferma qui. L’altro tema è quello dei controlli. Ciascuno dice la sua. I prefetti si sono organizzati facendo fronte a indicazioni vaghe e arrivate in ritardo dal governo che solo venerdì pomeriggio ha organizzato una riunione online con loro. Trenord non si sbilancia ma si limita a dire che “rispetteranno le indicazioni degli organi di Governo del territorio”. Atac a Roma non ha ben definito come farà questa operazione di sorveglianza. Gabusi alza la voce: “Rileviamo anche che le indicazioni del Viminale sui controlli da parte delle forze dell’ordine e dei controllori sono molto teoriche e si scontrano con una realtà piuttosto complessa. Le forze dell’ordine soffrono infatti carichi di lavoro già gravosi e non dispongono di personale sufficiente. Anche le aziende di trasporto pubblico lamentano carenza di personale di controllo per un’attività di questo tipo. Solo se si utilizzano i mezzi pubblici si può comprendere che un tale controllo sarà pressoché impossibile”.

E anche il sindacato annuncia battaglia: “Abbiamo scritto al ministero – spiega Stefano Malorgio, segretario nazionale della Filt Cgil – che non si può immaginare che si scarichi tutto sui lavoratori. Nel trasporto pubblico locale è tutto molto più complicato. Abbiamo chiesto la convocazione del tavolo sicurezza del trasporto pubblico locale ai ministeri Trasporti e Interno. Questo ulteriore aggravio di competenze rischia di creare tensioni tra i lavoratori”. Gli unici a presentarsi preparati al nastro di partenza sono gli addetti di Trenitalia che son pronti a fare controlli all’atto di salire a bordo del vettore e sui vagoni attraverso il personale di protezione aziendale e il capotreno. La prova del nove è alle porte. Il prefetto di Napoli Claudio Palomba – così come il collega di Reggio Calabria Massimo Mariani dicono che sono pronti: in campo ci saranno le forze dell’ordine con la polizia locale e i controlli saranno fatti a campione. Un piano confermato al Ilfattoquotidiano.it dagli assessori regionali ai Trasporti di Toscana, Sicilia e Lombardia: “Sarà fatto un gioco di squadra”.

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