VENEZIA – Il Veneto è ormai la regione italiana con maggior numero di contagi Covid. L’1 dicembre ha, infatti, toccato una punta di 5.018 nuovi infetti, una cifra superiore ai 4.726 della Lombardia, che però con 10 milioni di abitanti ha una popolazione doppia rispetto al Veneto. Vista la carenza di personale sanitario e l’indicazione generale di incentivare le vaccinazioni (terza dose), le Ulss del Veneto hanno deciso di sospendere l’effettuazione dei tamponi per chi non rientra nelle categorie a rischio o non è sintomatico, dirottando verso le strutture private chi non ha diritto ai test gratuiti. Alcuni giorni fa il governatore Luca Zaia aveva lamentato che nonostante il sistema sanitario regionale possa contare su 61mila dipendenti, non è in grado di garantire attività ordinarie e nuove funzioni per affrontare la pandemia, ovvero vaccinazioni, tamponi, contact tracing e centri tampone riservati non alla diagnostica, ma a garantire il Green Pass temporaneo ai non vaccinati. Come conseguenza, le Ulss hanno deciso di chiudere le porte ai tamponi a pagamento. In poche parole: i no Vax devono rivolgersi alle farmacie (per i soli test rapidi) o ai centri privati accreditati (test rapidi e molecolari).

La prima ad adottare questa misura, che serve a dirottare personale medico e sanitario verso i centri di vaccinazione, è stata l’Ulss 6 Euganea. A Padova e provincia erano stati allestiti punti per effettuare i tamponi a pagamento che richiedevano un notevole impiego di personale, ma che non registravano una grande affluenza. Sono stati chiusi e sul sito è apparsa una indicazione che spiega quali siano i soggetti che effettuano il test gratuitamente e per i quali sarà possibile usufruire del tampone da parte della struttura pubblica. Si tratta di chi presenta sintomi di Covid, di pazienti che accedono al pronto soccorso, di pazienti ricoverati o in previsione di ricovero programmato. Ci sono poi i soggetti positivi o individuati come contatti positivi, che siano in isolamento da quarantena secondo il programma di contact tracing. C’è una terza categoria che comprende le “scuole sentinella”, gli operatori di strutture sanitarie, gli ospiti di case di riposo (ma anche centri di accoglienza per migranti, mense popolari…). Infine, i soggetti che siano esclusi dalla campagna di vaccinazione o che siano esenti in base a certificazione medica. Gli altri, ovvero chi non è vaccinato, deve andare in farmacia o nei centri privati. Restano comunque funzionanti alcuni Covid Point su prenotazione.

La spiegazione dell’Ulss Euganea? “Ottimizzare ed estendere le risorse dedicate alla vaccinazione anti-Covid”. Il Veneto si è posto l’obiettivo di raggiungere le 40 mila vaccinazioni al giorno, anche perché le prenotazioni per la terza dose procedono a ritmo sostenuto, al punto che in certe situazioni si arriva ad attese di tre ore. Anche l’Ulss Serenissima di Venezia e terraferma, si è adeguata. Con qualche eccezione che riguarda le isole della Laguna dove non c’è una farmacia. Inoltre, per i non immunizzati restano alcuni punti di primo intervento, come a piazzale Roma e piazza San Marco. Il direttore generale di Serenissima, Edgardo Contato, ha incontrato i direttori dei servizi ospedalieri e territoriali. “Siamo impegnati a concentrare le risorse disponibili sulla campagna vaccinale – ha detto – e in questa sfida chiedo a tutti di investire in disponibilità, per arrivare a un Natale in cui poter considerare superata l’attuale ondata di contagi”.

Si è adeguata anche l’Ulss Scaligera di Verona. “I test gratuiti verranno effettuati, su prenotazione, alle persone inviate dal Servizio di Igiene e Sanità pubblica, dal medico di medicina generale, dal pediatra di libera scelta, dalle scuole o all’interno dei programmi di screening” ha precisato l’azienda sanitaria. Sono stati garantiti i tamponi a pagamento solo agli utenti che li hanno prenotati entro l’1 dicembre.

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