Nei prossimi mesi la nuova variante Omicron del coronavirus rappresenterà almeno la metà di tutti i contagi in Europa. A dirlo è il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), secondo cui, in base ai dati preliminari raccolti dal Sudafrica e presentati nel suo nuovo report, la nuova mutazione “potrebbe avere un sostanziale vantaggio di crescita rispetto alla Delta“. Così i Paesi corrono ai ripari e il primo a muoversi è la Germania, con la Cancelliera uscente, Angela Merkel, che ha annunciato quello che di fatto è quasi un lockdown per i non vaccinati. Il governo di Berlino ha infatti intenzione di estendere il modello 2G (green pass riconosciuto solo a chi è immunizzato o guarito dal Covid, con l’esclusione di chi presenta un semplice tampone negativo) al commercio al dettaglio su base federale, tranne che per i negozi di prima necessità come supermarket, farmacie e tabaccherie. Si tratta di una delle decisioni contenute nel pacchetto varato dall’ultima conferenza Stato-Regioni.

Germania, il Parlamento deciderà sull’obbligo di vaccino
Mentre Berlino è pronta a introdurre nuove restrizioni, vanno avanti anche le riflessioni sulla necessità di spingere la campagna vaccinale nel Paese per evitare in futuro nuove ondate. Così partirà il dibattito parlamentare per il vaccino obbligatorio anti-Covid, ha spiegato la Cancelliera. “Io voterei a favore – ha detto – Abbiamo tutti sperato che i vaccinati fossero di più. La strada fuori dalla pandemia è il vaccino”.

Anche perché la Germania, per la prima volta dall’inizio della pandemia, sta vivendo una situazione critica all’interno dei suoi ospedali: “La situazione è seria e il carico delle strutture sanitarie è in parte già ai limiti“, ha detto Merkel sottolineando la necessità di “un atto nazionale di solidarietà” per ridurre il numero dei contagi e la pressione sul sistema sanitario.

E la capa del governo sottolinea che i provvedimenti presi in Italia nei mesi passati ha permesso al nostro Paese di trovarsi in una situazione meno critica, almeno per il momento, rispetto al resto d’Europa. “Mi sentirei meglio se fossimo in una situazione come quella dell’Italia. Se avessimo un’incidenza media di contagi da 130 come in Italia, o di 150, mi sentirei meglio”.

Ecdc: “Rischio di maggiore resistenza ai vaccini”
Mentre gli esperti sudafricani, Paese dal quale ha preso origine la nuova variante del coronavirus, sostengono che non ci siano evidenze di una maggiore resistenza ai vaccini da parte di Omicron, l’Ecdc ritiene che “la presenza di mutazioni multiple nella proteina Spike della variante Omicron di Sars-CoV-2 indica un’elevata probabilità di riduzione dell’attività neutralizzante da parte degli anticorpi indotti da infezione” pregressa “o vaccinazione”. Questo significa che potrebbe verificarsi un calo dell’immunità di vaccinati e guariti, ma non è chiaro di quanto: “Dati preliminari – spiegano gli esperti – suggeriscono che Omicron potrebbe essere associata a un aumento del rischio di reinfezione in Sudafrica. Tuttavia, in assenza di dati sulla neutralizzazione in vitro, dati sull’efficacia vaccinale e ulteriori dati sulla reinfezione in popolazioni esposte a varianti differenti di Sars-CoV-2 durante le precedenti ondate, la misura in cui Omicron elude o erode l’immunità derivata da vaccino o precedente infezione rimane incerta”.

Per tutti questi fattori, il Centro Ue sostiene che il rischio associato all’ulteriore introduzione e diffusione della variante in Ue “è valutato da alto a molto alto”: “L’evidenza dei casi iniziali di questa nuova variante che è stata raccolta da tutto il mondo è limitata – si legge – ma suggerisce che Omicron può essere associata a una trasmissibilità maggiore rispetto a Delta, sebbene manchino ancora prove solide. Rimane una notevole incertezza relativa all’efficacia del vaccino, al rischio di reinfezione e ad altre proprietà di Omicron”. Rimangono “altamente incerte”, poi, le “stime attuali sulla gravità dell’infezione associata a Omicron (che in una prima fase erano state giudicate da esperti di diversi Paesi come più lievi, ndr)”.

L’aggravarsi della situazione in tutto il continente europeo ha quindi fatto aumentare ulteriormente le zone ‘rosse’, quelle a maggior rischio, nella mappa dell’Ecdc. Solo Italia e Spagna presentano aree di colore giallo, quindi a rischio ancora non elevato di contagio. Per quanto riguarda l’Italia si tratta di Piemonte, Toscana, Umbria, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. In Spagna solo una regione mantiene il colore giallo: l’Estremadura. La massima incidenza dei contagi si concentra in Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Irlanda, Grecia e nell’Europa dell’Est.

Esperti africani: “Nessun panico, sappiamo come affrontare Omicron”
Gli esperti africani, però, continuano a inviare rassicurazioni. Secondo quanto dichiarato da John Nkengasong, direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie in Africa (Africa Cdc), “non c’è bisogno di panico. Non siamo privi di difese. Non siamo preoccupati che la situazione non possa essere gestita”. L’Africa Cdc ha specificato che si stava preparando “da lungo tempo” alla possibilità di una nuova variante ed è pronta per contenere l’aumento dei casi. “Questa sarà la quarta ondata cui faremo fronte come continente – ha spiegato Nkengasong – Sappiamo come implementare rapidi interventi, sappiamo come fornire quelli che sono necessari”, ha chiarito, dicendo inoltre che i vaccini in Africa “stanno circolando con la massima costanza”. Il tasso di immunizzazione del continente rimane comunque basso, con soltanto il 7% di persone pienamente vaccinate su circa 1,3 miliardi.

I dati, però, non sono così confortanti. Nella settimana che ha preceduto il 30 novembre, in Sudafrica i contagi da Covid sono più che triplicati, facendo registrare un aumento del 311%, secondo i numeri diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità. Dato che, insieme all’aumento di casi anche in altri Paesi dell’Africa australe e centrale, ha contribuito a un netto incremento anche a livello continentale: nell’ultima settimana, in Africa si è registrato un incremento del 54% dei nuovi positivi, con Omicron che sta diventando la variante del Covid dominante in Sudafrica, come spiegato dalla professoressa Anne von Gottberg, dell’Istituto nazionale per le malattie trasmissibili del Paese. Al momento è stato effettuato solo un numero limitato di test per verificare la presenza della nuova mutazione, tuttavia di tutti quelli sequenziati Omicron rappresenta il 75%.

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