Al termine di una nuova giornata di trattative al Ministero dello Sviluppo economico, dopo la notte passata alla sede del dicastero dai delegati Fiom, Fim e Uilm in attesa del nuovo vertice tra Whirlpool, esecutivo e Consorzio, c’è stato qualche passo in avanti nella complicata vertenza del sito di via Argine a Napoli.
Alla fine dell’ennesimo vertice al Mise, questa volta con la presenza della viceministra Alessandra Todde, dopo l’irritazione di sindacati e lavoratori per l’assenza del ministro leghista Giancarlo Giorgetti e del dem Andrea Orlando (Lavoro) ai tavoli, è stata la segretaria nazionale della Fiom Cgil, Barbara Tibaldi a informare i lavoratori sugli impegni presi dalla multinazionale. “C’è la disponibilità a cedere lo stabilimento di Napoli ‘a condizioni di vantaggio’ al Consorzio, impegnato nel progetto di reindustrializzazione per un un hub della mobilità sostenibile“, ha precisato la sindacalista Fiom, di fronte a diverse decine dei 320 lavoratori che, dopo aver già ricevuto le lettere di licenziamento dalla multinazionale, erano tornati ancora una volta nella Capitale per chiedere certezze sul proprio futuro. Tutto a pochi giorni dalla deadline imposta dalla multinazionale dopo la qua i lavoratori saranno costretti a scegliere tra la buonuscita proposta dalla stessa Whirlpool (al momento, circa 85mila euro lordi) o la possibile nuova assunzione a Varese, nel sito di Cassinetta, a 900 chilometri di distanza.
Ma, rivendicano i sindacati, ora la trattativa si riapre, “dopo aver rischiato di essere scaricati da tutti: governo, Whirlpool e Consorzio, che aveva chiarito di aver bisogno di certezze rispetto a via Argine”. Così, spiegano, “abbiamo ripreso la vertenza per i capelli, avendo preteso dall’esecutivo la convocazione di azienda e Consorzio, dopo che per troppo tempo il governo aveva lasciato i due soggetti a trattare in autonomia”.
La strada è ancora lunga, perché, hanno precisato i sindacati, “la vertenza è evidentemente ancora complicatissima”. E ancora: “Apprezziamo il potenziale coinvolgimento nel progetto di reindustrializzazione di un’impresa campana importante come Adler, ma ci sono ancora troppe incertezze sul percorso che dovrebbe portare al reimpiego dei trecento lavoratori ex Whirlpool di Napoli”, hanno aggiunto Fiom, Fim e Uilm, in un comunicato congiunto. E non sono mancati gli attacchi al governo: “Quanto comunicato in ambito tecnico, avrebbe richiesto un coinvolgimento del livello politico dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico. Ma registriamo con insoddisfazione e preoccupazione quest’assenza ostentata con freddezza”, hanno concluso nella nota. Già la stessa Tibaldi, di fronte ai lavoratori, si era scagliata contro il numero due leghista, Giancarlo Giorgetti: “Hanno mandato i tecnici, perché c’era una scelta politica precisa da parte sua. La stessa che sta facendo in tante altri crisi, compresa la svendita della telefonia“.
Poi, l’appello ai lavoratori: “Ora non dobbiamo mollare. Bisogna presidiare lo stabilimento, perché c’è chi lo vorrebbe smontare e sta lavorando in questa direzione. Dobbiamo tenere duro ancora”. Allo stesso modo, invece, sarà discusso dall’assemblea dei lavoratori con i sindacati il dossier relativo alle condizioni di uscita, con le trattative ancora in corso: “L’azienda ha vincolato l’eventuale incremento al ritiro di ogni azione legale da parte dei lavoratori e dei sindacati, così come anche il miglioramento delle condizioni previste per la rioccupazione nella fabbrica di Varese per coloro che vorranno trasferirsi”, hanno concluso i sindacati.
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