Un colpo di Stato per rovesciare il governo ucraino, guidato da un magnate proprietario di uno dei più importanti club di calcio del Paese e sponsorizzato dal Cremlino. Sembra il copione perfetto per una spy story ambientata nell’estremo est europeo, dove l’influenza di Bruxelles lascia gradualmente spazio a quella di Mosca. Invece è quanto è stato denunciato proprio oggi dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che in conferenza stampa ha parlato di un piano segreto orchestrato proprio dalla Russia e da quello che potrebbe diventare uno dei suoi uomini in territorio ucraino: il presidente dello Shakhtar Donetsk, Rinat Akhmetov.

Il colpo di Stato per destituire il presidente Zelensky, ha comunicato lui stesso, è in programma per l’1 o il 2 dicembre, secondo le informazioni in suo possesso: “Ci sono grandi sfide nel cuore del nostro Paese che sono state registrate dalle agenzie di intelligence di altri Paesi – ha esordito – In particolare, ho ricevuto informazioni che un colpo di Stato avrà luogo nel nostro Paese il 1 dicembre. È un’informazione interessante e anche importante. L’1 o il 2 dicembre”. Ha aggiunto poi che il piano coinvolgerebbe anche Akhmetov, stando a quanto riporta Unian, ma Zelensky ha detto di non credere a questo dettaglio.

Nei giorni scorsi, un’inchiesta del New York Times citava proprio fonti dell’intelligence inglese e americana e parlava di un imminente blitz militare da parte dei militari russi per occupare una più ampia fetta di terreno e ampliare la propria influenza nel Paese, dopo l’offensiva del 2014. Nelle informazioni diffuse dal quotidiano americano, si leggeva che Vladimir Putin è sempre più frustrato dal processo di pace concordato con Francia e Germania dopo l’annessione della Crimea e il sostegno alla rivolta separatista nel Donbass. E per questo punterebbe ad alzare la posta in gioco.

Zelensky non ha fatto riferimento diretto all’inchiesta giornalistica, ma scendendo nello specifico ha detto che i suoi funzionari sono in possesso di “informazioni da agenti e anche informazioni audio su una discussione, per così dire, tra i rappresentanti ucraini con i rappresentanti russi sulla partecipazione di Rinat Akhmetov a un colpo di Stato in Ucraina e l’assegnazione di 1 miliardo di dollari“, sostenendo però che il magnate proprietario dello Shaktar Donetsk “è stato incastrato”: “Secondo me, l’uomo d’affari Rinat Akhmetov è stato incastrato. Credo che questa sia un’operazione volta ad attirarlo in una guerra contro lo Stato ucraino, che sarebbe un grande errore poiché non si può combattere il proprio popolo e il presidente eletto dal popolo dell’Ucraina”.

Le parole di Zelensky si sono fatte via via più minacciose, con Mosca che è presto diventato il bersaglio della sua invettiva. Il presidente è arrivato ad affermare che esiste la probabilità di una guerra su larga scala con la Russia, ipotesi resa più plausibile dall’interruzione del transito del gas, ma ha anche detto che questa possibilità viene sovrastimata dai media.

Dalla Russia arriva la secca smentita. “Mosca non ha mai avuto intenzione di partecipare in quello che Volodymyr Zelensky sostiene essere un colpo di Stato in Ucraina”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Ma a schierarsi dalla parte di Kiev, invitando l’esecutivo russo a non compiere passi in avanti avventati è arrivata subito la Nato che, per bocca del segretario generale Jens Stoltenberg, ha annunciato che “ci occuperemo delle tensioni ai confini dell’Ucraina. La Russia deve ridurre le tensioni e provvedere ad una de-escalation”. E ha condannato il massiccio spostamento di truppe al confine registrato nelle ultime settimane, spiegando che questo “include carri armati, artiglieria, droni e sistemi di guerra elettronica” ed “è immotivato e inspiegabile. Aumenta le tensioni e rischia di portare a errori di valutazione”. Ha poi concluso con un avvertimento: “Se la Russia usa la forza contro l’Ucraina, ciò avrà dei costi e avrà anche delle conseguenze”.

In serata anche gli Stati Uniti si sono schierati al fianco del presidente ucraino: “Tutte le opzioni sono aperte per definire la risposta all’esteso e inusuale” dispiegamento di forze russe alla frontiera con l’Ucraina e la Nato deciderà cosa fare nel corso della riunione ministeriale della prossima settimana a Riga, ha affermato il responsabile degli Affari Europei del Dipartimento di Stato Usa.

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