“A Sesto San Giovanni oltre 600 famiglie potranno essere sfrattate nei prossimi mesi, c’è il rischio di una macelleria sociale”. È questo l’allarme lanciato dall’Unione Inquilini di Sesto San Giovanni che questa mattina ha organizzato un presidio di protesta di fronte al residence Puccini dove era previsto lo sfratto di sette famiglie. “Noi abbiamo sempre pagato la nostra quota al Comune, ho tutte le ricevute”, spiega Monica che vive insieme alla figlia in 12 metri quadri. Ma il problema secondo il legale del sindacato Gianluigi Montalto è che “l’amministrazione comunale non ha pagato nulla al proprietario del residence che si è rivolto al tribunale di Monza ottenendo lo sfratto”. Una scelta che secondo l’avvocato è “di natura politica poiché lo stesso Comune prima dello sfratto per morosità con una determina impegnava il pagamento di 41mila euro ma poi non lo ha fatto”.

Il risultato è che i bambini, le donne e gli uomini che vivono nel residence oggi hanno rischiato di finire in mezzo a una strada. L’ufficiale giudiziario ha deciso di rinviare la procedura, ma decine di persone come Giovanni continueranno a vivere con “una ghigliottina sulla testa tra un avviso di sfratto e l’altro senza sapere come sarà il futuro”. Una situazione simile a quella di Renelyn che insieme alle cinque figlie condivide tre stanze e le difficoltà legate alla propria salute. Ma quella del residence Puccini è solo la “punta dell’iceberg della situazione abitativa a Sesto San Giovanni è drammatica – come spiega Marco De Guio dell’Unione Inquilini – ci sono 670 sfratti in esecuzione e l’amministrazione non fa nulla per arginare il dramma sociale”.

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