L’ennesima retromarcia, stretto questa volta anche dalle richieste dei suoi presidenti di Regione. L’ultimo tentativo di arginare il Super Green pass, escludendone l’uso in zona bianca, e quindi il k.o. con un voto unanime in Consiglio dei ministri. E anche il richiamo del presidente del Consiglio dopo l’approvazione del decreto: “Per ricucire questa situazione di contrapposizione tra chi si vaccina e chi non si vaccina, bisogna che il governo sia compatto nelle sue determinazioni. Non deve avere cedimenti o posizioni un po’ diverse”, ha spiegato Mario Draghi che pur negando “sforzi di convinzione” nei confronti di Matteo Salvini ha sottolineato come “la mancanza di compattezza viene utilizzata” all’esterno “come scusa per evadere l’obbligo”.

A conti fatti, Salvini deve ingoiare un altro boccone amaro, ottenendo solo che la durata dei tamponi resti ferma alle attuali 48 e 72 ore per antigenici e molecolari, oltre alla rassicurazione che non ci sarà mai un obbligo di Green pass per gli under 12. Per il resto è costretto a una marcia indietro, l’ennesima sull’estensione e il rafforzamento del Green pass, che fino a luglio fa era descritto come una “cazzata pazzesca”. È stato costretto ad accettarlo, mese dopo mese, mentre veniva allargato a professori, mezzi di trasporto a lunga percorrenza, lavoro e ora anche per sedersi al tavolo di un ristorante. Questa volta spinto anche dai suoi governatori, in testa Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e a capo della Conferenza delle Regioni.

E pur negando di aver mai immaginato di far disertare il Consiglio dei ministri agli esponenti della Lega, come racconta l’Ansa, di certo non sono mancate le tensioni fin dentro la stanza in cui era riunito il governo, dove Salvini ha fatto portare le sue perplessità. Una lite tutta interna al centrodestra, tra la ministra Maria Stella Gelmini e Giancarlo Giorgetti. La miccia sono state le parole dell’esponente di Forza Italia che, per cercare di convincere il partito di Salvini a votare il nuovo decreto legge, avrebbe sottolineato che a volere la stretta sui non vaccinati anche nelle zone bianche erano proprio delle regioni guidate dalla Lega, ad iniziare da Fedriga, poi lodato anche pubblicamente durante la conferenza dalla ministra per gli Affari Regionali. “Una bugia”, avrebbe risposto piccato durante la riunione il titolare dello Sviluppo economico che, al termine del Consiglio dei ministri, ha anche diffuso una nota specificando che c’erano perplessità delle Regioni proprio sull’estensione del Super green pass anche in zona bianca.

“Ho espresso in consiglio dei ministri le riserve della Lega su un Super green pass esteso anche alle zone bianche. Perplessità che governatori e sindaci della Lega hanno portato avanti in più occasioni, compresa la Conferenza delle Regioni”, ha detto il titolare dello Sviluppo Economico che ha votato con “senso di responsabilità” le nuove misure. Quindi ha definito comunque “positivo” aver garantito libertà ed aperture. Una linea tenuta anche da Fedriga, dopo l’approvazione: “Bene la decisione di non ricorrere alle chiusure indiscriminate nelle zone gialle e arancioni, garantendo così prospettive e opportunità di lavoro alle attività produttive, e di non introdurre il Green pass obbligatorio per gli under 12. Esprimiamo però perplessità per le restrizioni in zona bianca, ancorché limitate al 15 gennaio e dunque legate a una temporaneità che risulta rassicurante”, ha detto rivestendo la casacca del partito dopo essersi speso per giorni, pubblicamente, affinché arrivasse una stretta per i non vaccinati per garantire delle festività natalizie tranquille.

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