È morto a 90 anni nella propria casa di Seoul Chun Doo-hwan, l’ex dittatore militare della Corea del Sud. A confermare la notizia è l’agenzia di polizia nazionale. Chun prese il potere con un colpo di Stato nel 1979 e lo mantenne fino al 1988, reprimendo nel sangue con paracadutisti e mezzi blindati le manifestazioni che chiedevano democrazia, tra cui – in particolare – quella tenutasi nella città di Gwangju il 18 maggio del 1980. Nel 1996, otto anni dopo aver lasciato l’incarico, era stato condannato a morte con le accuse di sedizione ed eversione, ma fu graziato nel 1997 in un gesto di riconciliazione poco dopo che Kim Dae-jung – un ex dissidente che la giunta militare di Chun aveva condannato a morte – era stato eletto presidente.

L’ex dittatore è stato anche condannato per corruzione per aver raccolto centinaia di milioni di dollari in tangenti da famiglie benestanti e politicamente vicine a lui, le cui attività si sono arricchite grazie a tagli alle tasse e altri favori da parte del suo governo. Non si è mai scusato per il proprio operato. Chun è l’ultimo a morire tra i tre generali che governarono in modo autoritario la Corea del Sud tra gli anni ‘6o e ’90: prima di lui, dal 1962 al 1979, era stato al potere Park Chung-hee (che fu assassinato mentre era in carica dal capo dell’intelligence), mentre il suo successore fu Roh Tae-woo, che rimase in carica fino al 1993 e inaugurò la Repubblica, morto il 26 ottobre scorso.

Articolo Precedente

La Corte europea dei diritti umani condanna la Turchia per l’arresto preventivo di 427 magistrati dopo il fallito golpe del 2016

next