Rottura totale tra i sindacati della Scuola e il Governo Draghi. Giovedì mattina, all’incontro convocato online dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi per parlare della legge di Bilancio, i segretari nazionali della Flc Cgil, Uil, Snals e Gilda non si presenteranno. Dopo aver proclamato martedì sera lo stato di agitazione e l’interruzione delle relazioni sindacali, Francesco Sinopoli, Pino Turi, Elvira Serafini e Rino Di Meglio hanno deciso di non presentarsi al tavolo.

“Ci aspettavamo – scrivono i sindacati in un comunicato che domattina sarà letto al ministro dalla portavoce Francesca Ruocco – una diversa sede di discussione e confronto, magari dopo una valutazione politica che coinvolgesse l’intero governo per cercare di comporre la vertenza in atto dando possibili risposte alle problematiche che abbiamo sollevato”.

Parole che segnano una piena delegittimazione del professore ferrarese che domattina si vedrà solo con la segretaria della Cisl Scuola, Lena Gissi, e il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.

“La legge di Bilancio – spiegano i quattro segretari – l’abbiamo letta bene. La scuola è completamente marginalizzata e bisogna rimediare. Ci aspettiamo che il ministro intervenga sul Governo per fargli capire quali sono i temi cruciali che preoccupano il personale della scuola. Non è con gli annunci in divenire del Pnrr che si promuove e si investe, servono le risorse in Finanziaria”.

Secondo Sinopoli e gli altri questi soldi nella Legge di Bilancio 2022 non ci sono. Questi i problemi che rivendicano: le risorse necessarie per il rinnovo del contratto; le relazioni tecnica e politica spostano denaro da un capitolo all’altro, a parità di impiego di risorse e persone, con giustificazioni formali, offensive e gravissime nei confronti dei docenti; gli interventi normativi, come la mobilità del personale, vengono fatti a costo zero; l’organico Covid, strumento d’emergenza utilizzato in pandemia, viene prorogato per gli insegnanti ma non per il restante personale.

I firmatari sono pronti anche a portare in piazza gli insegnanti: “Nei mesi scorsi è stato firmato un Patto per la Scuola che è rimasto completamente inattuato nei modelli, negli obiettivi, negli investimenti. Ci aspettiamo un deciso cambio di rotta altrimenti la risposta non potrà che essere la mobilitazione generale della categoria”.

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