Xi Jinping ha fatto un grande errore a non venire”, “Non siamo noi a essere usciti dagli accordi di Parigi“. Usa e Cina si scambiano accuse all’alba del terzo giorno di Cop26, la conferenza Onu sul clima in corso a Glasgow fino al 12 novembre. Un caso nato dalle parole di Joe Biden, che al summit ha ironizzato sull’assenza (peraltro annunciata) del presidente cinese: “La Cina sta cercando di affermarsi come nuovo leader globale e non si presenta, ma andiamo (“come on”, espressione di ironico scetticismo, ndr). La questione più importante all’attenzione del mondo è il clima, dappertutto, dall’Islanda all’Australia, è una questione gigantesca e la Cina ha scelto di non esserci. Come fai a fare questo e affermare di essere in grado di avere la leadership? E la stessa cosa vale per Putin”, anche lui assente, ha provocato. Per poi ribadire: “Il fatto che la Cina, la Russia e l’Arabia Saudita” non siano rappresentate al massimo livello “è un problema. Noi siamo venuti e in questo modo abbiamo avuto un profondo impatto sul modo in cui il resto del mondo guarda agli Usa. Credo francamente che la Cina abbia fatto un grosso errore a non venire, ora il resto del mondo li guarda e si chiede quale valore aggiunto stiano dando”.

Accuse a cui replica dopo qualche ora l’ambasciatore di Pechino alle Nazioni Unite, Zhang Jun. Anche lui con una buona dose di sarcasmo: “Contro il cambiamento climatico servono impegni fermi e azioni costanti. Ecco invece cosa non serve: slogan vuoti, scelte politiche che cambiano in continuazione, cortei di auto ed entourage di lusso, esporre i cittadini all’infezione in modo irresponsabile”. Il riferimento è agli 85 mezzi di scorta con cui Biden ha viaggiato per le strade di Roma in occasione del G20. “Il presidente cinese è intervenuto al meeting per esporre le soluzioni della Cina al cambiamento climatico (per quanto solo per iscritto, ndr)”, prosegue il diplomatico. “I delegati cinesi partecipano di persona. La Cina ha dichiarato il proprio picco di emissioni e i propri obiettivi di neutralità, esplicitando piani d’azione e politiche. I nostri successi sono ampiamente riconosciuti“. E conclude: “La Cina ha sostenuto l’azione per il clima in modo onesto. Non siamo noi che ci siamo ritirati dagli accordi di Parigi. Gli Stati Uniti invece hanno fatto marcia indietro molte volte sulle politiche climatiche. Invece di scaricare la colpa, dovrebbero assumersi le proprie responsabilità e fare qualcosa di concreto“.

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