Polemica concitata a “L’aria che tira” (La7) tra Matteo Bassetti, primario del reparto Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, e un lavoratore no green pass del porto di Genova.
L’infettivologo propone il green pass solo per l’accesso in bar, ristoranti, cinema, teatri e l’obbligo vaccinale in alcuni posti di lavoro: “Il risultato deve essere: più green pass, più vaccini e non più green pass, più tamponi. Se tamponiamo ogni 3 giorni i lavoratori, rendiamo l’Italia un tamponificio alimentando il business dei tamponi. Mi dicono addirittura che in alcune farmacie i tamponi sono prenotati fino a gennaio. Questa è una stupidaggine. Quindi, sì a obbligo vaccinale, ad esempio, per poliziotti, guardie carcerarie, autisti di autobus, insegnanti, sanitari, dipendenti pubblici“.

Il lavoratore portuale dissente: “Con tutto il rispetto per il professor Bassetti, ma lui in questi due anni ha detto alcune cose e poi ne ha dette altre diverse. Con lui concordo solo sul fatto che il green pass non ha senso. Ma io vorrei sapere da lui: perché voi virologi non ci spiegate chiaramente se un vaccinato e un non vaccinato hanno la stessa probabilità di veicolare il virus?“.
“Ma basta – sbotta Bassetti – Io mi sono stufato di rispondere a questa domanda, l’abbiamo detto centinaia di volte in tutti i modi. Ci si vaccina per non andare in ospedale e per non morire. Se non avete compreso questo messaggio sui vaccini, vuol dire che non avete capito niente di quello che abbiamo passato negli ultimi due anni“.

“Il messaggio l’abbiamo capito benissimo”, ribatte il portuale genovese.
“E allora vaccinatevi e non parlate”, replica l’infettivologo.
“Professore, il vaccino è una libera scelta”, rilancia il lavoratore.
“Non è una libera scelta, è la scelta di sopravvivere o di morire”, risponde Bassetti.

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