I Popolari (Pp) spagnoli inaugurano un nuovo cambio di rotta: una nuova svolta a destra. Questa domenica, il leader nazionale Pablo Casado ha chiuso la convention del partito nella Plaza de Toros di Valencia con parole che lo riavvicinano alle posizioni più estremiste di Vox. I 9mila militanti presenti hanno assistito a un discorso che sancisce la fine del periodo moderato, con il risentimento e lo scetticismo dei rappresentanti della corrente centrista.

Casado ha intenzione al contempo di ristabilire i contatti con Vox e ridurre lo spazio che la formazione di Santiago Abascal ha guadagnato a destra. Solo un anno fa, il leader del Pp aveva chiuso i rapporti con un potente discorso in Parlamento, rifiutando la mozione di sfiducia presentata da Vox contro l’esecutivo di Pedro Sánchez, ma i Popolari ancora governano con il loro appoggio esterno in Andalusia, Madrid e Castiglia e León.

L’intervento del capo del Pp non lascia alcun dubbio. Nel suo discorso ha condannato i “tre anni neri di Sánchez” senza appello, citando alcuni dei provvedimenti più significativi di questa legislatura. Ha condannato la legge sull’eutanasia, lasciando i moderati sbigottiti, e ha espresso sostegno prima alla “cultura della vita” e poi alla “difesa della maternità”, aprendosi alle correnti antiabortiste. Ma è nuovamente l’immigrazione a costituire il punto nevralgico del discorso: Casado ha parlato dell’“effetto chiamata” causato della nave Aquarius, che raggiunse Valencia nel 2018 di fronte al rifiuto di accoglienza in Italia nel periodo di Matteo Salvini come ministro dell’Interno. Quell’episodio avrebbe portato, secondo Casado, all’arrivo di persone in massa alle Canarie, una rotta che nel 2021 ha causato quasi 800 morti, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). La promessa è quella di promuovere una “legge per regolare l’immigrazione e la convivenza”.

Allo stesso punto è legata la politica estera: Casado ha criticato Sánchez per aver permesso che il leader del Fronte Polisario e presidente della Repubblica democratica araba dei Sahrawi, Brahim Ghali, che ha cittadinanza spagnola, si curasse nell’ospedale di Logroño. La notizia causò una crisi diplomatica con il Marocco che decise di aprire la frontiera a Ceuta e Melilla provocando una nuova ondata migratoria.

Per gli analisti, queste dichiarazioni dimostrano che tra i Popolari ha trionfato la linea della presidente della Comunità madrilena, Isabel Díaz Ayuso. Nonostante abbia confermato pubblicamente il suo appoggio a Casado per tentare la scalata al Palacio della Moncloa alle prossime elezioni del 2023, ha ottenuto molto peso nel partito. A maggio è stata rieletta in maniera schiacciante nella sua regione, dopo aver indetto lei stessa le elezioni. Fin dall’inizio della pandemia è stata una fautrice del discorso a favore delle riaperture, diventando un idolo specialmente per i gestori dei locali. Ma le sue posizioni e la retorica aggressiva hanno creato non pochi dissidi con Casado e il suo numero due, Teodoro García Egea, con cui continua a esserci molta diffidenza. L’anno prossimo, Díaz Ayuso si candiderà come presidente del Pp madrileno: potrebbe essere l’inizio della scalata verso il vertice, soprattutto se il risultato delle elezioni nazionali dovesse rivelarsi deludente.

Il Pp non rinuncia comunque ad attrarre socialisti scettici e moderati ma di fatto il centro potrebbe restare scoperto. Come ha detto José María Lassalle, ex segretario di Stato del governo di Mariano Rajoy, a El País, “assumere il discorso di Vox non risolverà il problema. Gli elettori preferiranno gli originali”. Ciudadanos, in perenne crisi dalle ultime elezioni nazionali, ha l’occasione di recuperare lo spazio abbandonato dai Popolari.

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