Nel 2019 la suo foto aveva fatto il giro del mondo. Ma ora quello scatto stupefacente Ndakasi non potrà più replicarlo. La gorilla di montagna del Congo divenuta famosa per aver riprodotto alla perfezione la posa dell’uomo che si era scattato un selfie con lei è morta il 26 settembre a causa di una lunga malattia. Ad annunciarlo il parco nazionale Virunga in cui la scimmia viveva, che su Twitter ha spiegato come ad assisterla fino alla fine sia stato il suo custode.

“Una lunga malattia in cui le sue condizioni sono rapidamente peggiorate”. Questa la causa del decesso del primate secondo il post social, nel quale si legge anche che “Ndakasi si è spenta tra le braccia amorevoli del suo custode e amico di tutta la vita“. È infatti proprio Andre Bauma la persona che si è presa cura di lei da quel giorno del 2007 in cui la gorilla fu tratta in salvo. Un commando sulle tracce di milizie rivali la trovò nel cuore della foresta congolese ancora aggrappata al seno della madre, uccisa dai bracconieri poco prima. Aveva solo due mesi e insieme ad un’altra gorilla, Ndeze, anche lei rimasta orfana, fu portata nel parco nazionale Virunga per essere curata e poi rimessa in libertà. Da quel luogo, però, Ndakasi e la compagna di disavventure non sono mai uscite: troppo fragili e scioccate per tornare alla vita nella giungla. In compenso, sotto le cure dello staff e in particolare di Bauma, hanno ricevuto calore e affetto, imparando a fidarsi degli essere umani, a comunicare con loro e perfino a imitarli: al punto da arrivare a replicarne perfettamente la posa bipede in una famosa foto che le rese celebri in tutto il mondo, dando il via alla realizzazione di un film su di loro.

“La sua natura dolce e la sua intelligenza mi hanno aiutato a comprendere il rapporto profondo che c’è tra gli umani e le grandi scimmie, e perché dovremmo fate tutto ciò che è in nostro potere per proteggerle”, ha dichiarato Bauma. “Sono orgoglioso di poter dire che Ndakasi è stata mia amica. Le ho voluto bene come si vuole bene a un bambino e la sua personalità allegra mi ha fatto sorridere ogni volta che la vedevo”, ha concluso il custode. La storia di Ndakasi non è però servita da insegnamento solo al ranger: grazie alla foto e al racconto della sua vita che ne è scaturito, aiuti e finanziamenti internazionali sono arrivati a proteggere il parco e la popolazione dei gorilla delle montagne, che in 14 anni è passata da 720 a 1.063 esemplari. Anche se il pericolo dell’estinzione continua a incombere su questi bellissimi animali.

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