Nuovo colpo di scena nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato. Il Tribunale Vaticano, presieduto da Giuseppe Pignatone, ha ordinato la parziale restituzione all’Ufficio del promotore di giustizia degli atti, limitatamente a una parte degli imputati e dei reati loro ascritti, e che entro il 3 novembre si proceda al deposito degli atti ancora mancanti, tra cui le video registrazioni del testimone chiave, monsignor Alberto Perlasca. Si conclude così, almeno per ora, il braccio di ferro tra i pm vaticani e le difese degli imputati le cui richieste sono state parzialmente accolte dal Tribunale.

Pignatone ha autorizzato, inoltre, “le parti che ne facciamo richiesta a prendere visione delle cose in sequestro (ivi compreso i supporti informatici), presso il luogo ove sono tuttora custodite (locali nella disponibilità dell’Ufficio del promotore di giustizia), con riserva di provvedere su eventuali richieste di copia da depositare in Cancelleria”. Il Tribunale Vaticano ha anche disposto “che il promotore di giustizia comunichi i dati relativi alla posizione processuale di monsignor Alberto Perlasca”, ovvero se “sia imputato in questo o in altri procedimenti e per quali reati, onde poterne apprezzare la veste processuale in vista delle future attività istruttorie”. Pignatone ha anche riconosciuto il legittimo impedimento a comparire dell’imputato Gianluigi Torzi, il broker molisano che, secondo l’accusa, truffò la Segreteria di Stato nella compravendita del palazzo di Sloane Avenue a Londra.

Per quanto riguarda il cardinale Angelo Becciu, il Tribunale Vaticano ha ordinato la restituzione degli atti al pm in merito ai reati di peculato e subornazione (chi offre o promette denaro a un testimone per indurlo a dichiarare il falso). Rimane quindi rinviato a giudizio solo per abuso d’ufficio. Per l’altro ecclesiastico presente nel processo, monsignor Mauro Carlino, Pignatone ha, invece, disposto la restituzione degli atti per tutti i reati ascrittigli, ovvero estorsione e abuso d’ufficio. Stessa decisione anche per il finanziere Raffaele Mincione, l’avvocato Nicola Squillace e l’ex dipendente della Segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi. Per l’ex direttore dell’Autorità d’informazione finanziaria della Santa Sede, Tommaso Di Ruzza, il Tribunale ha disposto la restituzione degli atti in merito al reato di peculato. Restano quindi a suo carico abuso d’ufficio e violazione del segreto d’ufficio.

Twitter: @FrancescoGrana

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