Un po’ se l’aspettava, un po’ però sapeva di essere un potenziale vincitore del riconoscimento più importante per uno scienziato. Giorgio Parisi, 73 anni, un curriculum strepitoso e ricerche che spaziano dalla Fisica delle particelle alla Meccanica statistica, dalla Fluidodinamica alla Materia condensata e Supercomputer, in una intervista all’Ansa dice: “Sono stato molto contento, hanno telefonato un po’ in anticipo e questo mi ha stupito perché mi dicevano che normalmente queste telefonate arrivano dopo le 11,00“.

Dopo la telefonata lo scienziato, premio Nobel per la Fisica – insieme al giapponese Soyokuro Manabe e al tedesco Klaus Hasselmann – ha risposto anche alle domande dei giornalisti e di una studentessa durante la conferenza stampa dell’Assemblea dei Nobel al Karolinska Institutet di Stoccolma in Svezia. “È urgente prendere decisioni forti e muoversi velocemente” nell’affrontare il cambiamento climatico. “È chiaro per le generazioni future che dobbiamo agire ora” ha detto il fisico rispondendo a una domanda.

“Sono stato colto di sorpresa, ma quando ho visto che era un numero che cominciava con 4, quindi dell’Europa settentrionale, mi sono detto: ‘Può darsi che sia la volta buona‘. È vero che all’inizio ho avuto paura che fosse uno scherzo, ma poi è stato subito chiaro che non lo era”. Parisi, il cui contributo alla sua disciplina è stato fortemente sottolineato durante la conferenza stampa, ha anche detto all’Ansa: “Tanti altri ricercatori italiani avrebbero meritato il Nobel. Il Nobel sarebbe dovuto andare anche a Nicola Cabibbo, mi dispiace che le scelte della Fondazione Nobel non siano andate in questa direzione. Il Nobel è un riconoscimento importante per la scienza italiana, che avrebbe potuto prendere svariati Nobel nella Fisica e in altre discipline”.

Non manca il sempre necessario appello al finanziamento della ricerca: “La ricerca è estremamente importante per creare il futuro ed è importante che la ricerca in Italia sia finanziata sul serio. Spero che questo sia un buon momento per investire sulla ricerca perché questo significa investire sui giovani“. “Ai giovani studenti dico – dice Parisi all’Adnkronos – di studiare quello che piace loro di più, che a loro interessa e quello che si divertono a fare e che amano, dico di seguire le proprie intuizioni e il proprio bagaglio di interessi”.

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