“Giuseppe Conte e il M5s? Conte deve fare Conte, cioè deve essere se stesso. Conte nasce come un grande esperto di arbitrati e questo in politica conta. In questa situazione di difficoltà certamente Conte ha l’obbligo di continuare a riequilibrare, perché ha preso un partito che è diviso”. Sono le parole pronunciate a “Dimartedì” (La7) dall’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, interpellato su un’analisi della situazione politica attuale in Italia.

E sui 5 Stelle osserva: “Il M5s, quando è entrato in Parlamento, era in cerca di un’identità. Infatti poi si è diviso. Tuttavia, quando è uscito Di Battista, allora mi sono detto che il M5s ha trovato la sua unità, entrando nella necessità di governare. E ora, in buona parte, lo sta facendo. Il Pd? È rimasto l’unico partito. Enrico Letta, con questi iniziali appelli alla base, lo sta riorganizzando. Ci vorrà molto tempo, perché sono troppi anni che non si parla di politica. Il Pd non ha quei congressi in cui partecipavano decine di migliaia di persone. Il partito deve stare con la gente. Quindi, Letta si è trovato in questa crisi dei partiti che dura da un lungo periodo e adesso, secondo me, lo sta ricostruendo. Alleanza tra Pd e M5s? Se sia organica o meno, dipende da moltissimi fattori. Io credo che siamo un un periodo di prova”.

Circa la Lega e Fratelli d’Italia, Prodi sottolinea: “Il problema di Salvini e della Lega è che hanno un elettorato che non è come quello della Meloni: è un elettorato molto più complicato, con dei professionisti. E quindi nella Lega devi tenere un doppio equilibrio. Salvini non può più fare l’estremista, perché dietro non ha gente che ama l’estremismo, o meglio una parte non lo è. La Meloni, sotto questo aspetto, ha il gioco molto più libero”.

Poche ore dopo l’intervento di Prodi a La7, Alessandro di Battista ha commentato le dichiarazioni dell’ex premier con un post su Facebook. “Non sono in Parlamento dal 2018 – scrive – ho lasciato il Movimento per coerenza, non ho incarichi pubblici, non ho chiesto nessun posto in una partecipata di Stato, non sono finito in Goldman Sachs (a differenza di Prodi) ma continuano questi ‘mostri sacri’ della politica italiana a tirarmi in ballo, forse proprio perché mi sono comportato in modo totalmente differente da loro”

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