Tre addii al partito di Silvio Berlusconi per abbracciare Matteo Salvini. Il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi annuncia che ha lasciato Forza Italia per aderire alla Lega. Lo seguono anche il consigliere regionale lombardo, Mauro Piazza, presidente della commissione regionale Autonomia, e Daniele Nava, ex presidente della provincia di Lecco e sottosegretario della giunta Maroni. L’annuncio dei nuovi ingressi è arrivato durante una conferenza a Milano proprio alla presenza di Salvini, che ha risposto così al momento forse più delicato da quando è alla guida del Carroccio.

La linea tenuta dal leader – in particolar modo su green pass e vaccini – per la prima volta è stata contestata anche apertamente da ministri e governatori, ultimo in ordine di tempo il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. “La Lega è un movimento democratico che ha decine di migliaia di amministratori locali e milioni di consensi. In democrazia ogni idea è rispettata e rispettabile. Se qualcuno non si sente a suo agio, non siamo una caserma”: così Salvini ha replicato proprio a Fedriga, che martedì aveva dichiarato che nel partito “non c’è spazio per i no vax”. “Prevale la posizione dei ministri, con Giorgetti, e dei governatori”, ha detto martedì Francesca Donato, la ‘pasionaria no vax’ che invece ha deciso di lasciare la Lega. Le tensioni interne al Carroccio si sono palesate ieri pomeriggio a Montecitorio: leghisti spaccati, con solo 80 voti favorevoli alla fiducia sul green pass bis, ben 52 assenti di cui 41 ingiustificati. L’ennesima conferma del malessere che il via libera al certificato verde sta provocando all’interno del partito di Salvini.

Il leader ha deciso di rispondere questa mattina, festeggiando la diaspora di consiglieri azzurri che hanno deciso di passare alla Lega: “Oggi è una bella giornata. Il mio obiettivo è riunire è rinsaldare il centrodestra in Italia e in Europa”, ha commentato. “Non c’è competizione interna. L’importante è che cresca la forza di Regione Lombardia“, ha detto Salvini in conferenza stampa, aggiungendo che il “il processo di crescita” della Lega “non è solo lombardo ma nazionale e irreversibile“. In questo periodo “non entrano nella Lega solo due consiglieri regionali, un sottosegretario ma alcune centinaia di amministratori locali che per me valgono più di deputati, senatori e ambasciatori”, ha sostenuto ancora Salvini. Che poi ha rilanciato: “Nei prossimi giorni entreranno in Lega alcuni parlamentari di diversi partiti, non solo di centrodestra”.

“Per uno che va dieci ne entrano”, ha risposto a una domanda sull’uscita dal partito di Donati. Poi ha smentito che la conferenza stampa sia stata convocata ad hoc: “Le due cose non ci azzeccano assolutamente, siamo bravi però non ci inventiamo conferenze stampa dalla sera alla mattina. E’ una cosa a cui lavoravamo da tempo“, ha aggiunto Salvini. Il leader ha commentato anche le assenze dei deputati leghisti al voto di fiducia: “I parlamentari sono liberi di esserci o non esserci, fortunatamente siamo in democrazia e non in un regime”. La federazione del centrodestra “l’ho proposta nella primavera scorsa, mi sembra che qualcuno non la voglia, e io le cose controvoglia non le impongo a nessuno, né il vaccino né la federazione. Mi spiace, ne prendo atto”, ha voluto sottolineare ancora Salvini, ribandendo il suo “appello a superare divisioni e steccati”.

“Per me è un momento umanamente e politicamente importante, ringrazio Salvini e Lega per avere voluto che potessi portare un mio contributo al movimento”, ha detto invece il presidente del Consiglio regionale Fermi. “Scelte di questo tipo – ha proseguito – sono dolorose, lascio un pezzo della mia storia politica di cui ringrazio il presidente Silvio Berlusconi e Licia Ronzulli. Una scelta che ho maturato da tempo per vari motivi: il primo è la volontà di Matteo Salvini di allargare i confini della Lega aprendosi all’area liberale. Lo faccio anche per uscire dall’ambiguità in cui FI è un po’ caduta nell’ultimo periodo: una parte guarda a centrodestra e un’altra che ammicca ancora oggi a contenitori neo-centristi di dubbio aggancio al centrosinistra. Le ambiguità non mi piacciono, ho sempre fatto una scelta di appartenenza al centrodestra”, ha spiegato Fermi.

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