Twitter patteggia il pagamento di 809,5 milioni di dollari per chiudere la class action avviata nel 2016 presso la corte distrettuale del Northern District of California. Il social network era accusato di aver ingannato gli investitori nel 2015 sulla crescita della propria base utenti. La società di San Francisco ha affermato che l’accordo proposto – che deve ancora essere approvato da un giudice – risolve tutte le richieste contro di essa senza che Twitter ammetta alcun illecito.

La causa originale intentata nel 2016 dall’investitore di Twitter Doris Shenwick affermava che i dirigenti di Twitter “hanno consapevolmente fatto dichiarazioni pubbliche imprecise riguardo a queste metriche e non hanno rivelato informazioni interne su di esse, determinando un prezzo delle azioni gonfiato, sceso quando la verità sul coinvolgimento degli utenti è diventata nota”. Gli azionisti hanno accusato la società di averli ingannati sul numero degli utenti attivi mensili e sulla misura che incida quanto frequentemente gli utenti interagiscono con la piattaforma.

Secondo l’accordo, Twitter pagherà 809 milioni di dollari per aver violato sezioni del Securities Exchange Act del 1934, ma continua a negare azioni improprie. Gli shareholders che hanno avviato la class action cinque anni fa accusano la compagnia di aver mascherato la crescita troppo lenta, mentre “vendevano azioni per milioni di dollari“.

La società ha dichiarato che prevede di utilizzare la liquidità disponibile per pagare l’accordo nel quarto trimestre del 2021. Di conseguenza, prevede di registrare un addebito una tantum. In base alle accuse, i dirigenti di Twitter avevano affermato che la base di utenti media mensile del sito sarebbe dovuta aumentare significativamente a “oltre 550 milioni” a medio termine e “oltre un miliardo” a lungo termine. Nel 2019, Twitter ha smesso di segnalare i dati mensili degli utenti. All’ultimo conteggio quella primavera, quel numero era di 330 milioni. Oggi Twitter riporta solo i dati degli utenti giornalieri.

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