Se la Lega ha esultato e cantato vittoria cercando di intestarsi la frenata sull’allargamento del green pass, per ora allargato soltanto al personale scolastico e a quello delle Rsa, è stato lo stesso presidente del Consiglio a gelare gli entusiasmi di Matteo Salvini e del suo gruppo. Il premier ha infatti confermato che a breve ci sarà una “ampia estensione” dell’obbligo, nel silenzio – secondo fonti di governo – dei ministri leghisti durante le riunione dello stesso Consiglio dei ministri.

Tutto mentre il Carroccio in Aula, dopo aver votato gli emendamenti dell’opposizione e minacciato di astenersi sul voto finale al decreto green pass, alla fine, in cambio dell’approvazione di alcuni ordini del giorno, ha dato il via libera al decreto (anche se soltanto un terzo del gruppo della Lega ha effettivamente partecipato alla votazione finale, in 45 su 132, ndr). “Qualcosa abbiamo ottenuto, siamo soddisfatti”, ha rivendicato Claudio Borghi, al termine della votazione, sottolineando che “alzando la voce i risultati si portano a casa”. “Le parole di Draghi chiare, con l’estensione soltanto rinviata? A voler leggere i giornali si parlava già di obbligo su tutti i posti di lavoro pubblici e privati, una riflessione ulteriore è intanto un risultato”, ha poi tagliato corto il deputato.

Per poi allargare le braccia: “In Parlamento c’è una larga maggioranza sul green pass, certificata dai numeri. Silenzio di Giancarlo Giorgetti e dei ministri leghisti in Cdm di fronte alle parole di Draghi? Non c’ero, ma ripeto: noi porteremo avanti le nostre idee, ma contro la maggioranza non si può andare“.

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