Il tira e molla sul green pass continua. I leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri hanno visto prima il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e poi quello di Confapi, Maurizio Casasco. Un primo incontro al quale i sindacati si sono presentati chiedendo che le aziende si facessero carico del costo dei tamponi, oltre a “non licenziare nessuno, anche chi non fa il tampone”. Ma Bonomi ha chiuso – “Sicuramente non può essere a carico delle imprese” – e passato la palla al governo, che sia secondo i sindacati sia per viale dell’Astronomia deve assumersi la responsabilità di sancire l’obbligo vaccinale per tutti per legge.

“Sappiamo che giovedì c’è una cabina di regia del governo”, ha spiegato il presidente al termine dell’incontro. “Laddove si dovesse decidere, come noi auspichiamo, per l’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro, e le parti sociali trovassero un accordo su questo, io credo che ci possa essere, da parte del governo un riconoscimento di questo passaggio e del possibile accordo tra noi e i sindacati. A quel punto il governo potrebbe pensare di fare un’operazione di utilità sociale e di potersi far carico dei tamponi“. “Le imprese – ha aggiunto – hanno sostenuto correttamente dei costi di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro. Non si può chiedere alle imprese di sostenere il costo delle scelte legittime dei lavoratori che decidessero di non utilizzare altri sistemi previsti all’interno del green pass”. “Noi abbiamo ricordato che quando si parla di sicurezza sul lavoro i costi non possono essere assolutamente sulle spalle dei lavoratori e su questo siamo d’accordo”, si è limitato a concordare Bombardieri.

Con Confapi, la confederazione delle piccole e medie imprese, sembra a portata di mano una possibile intesa sulla possibilità che a pagare siano i cosiddetti ‘enti bilaterali’ cioè quella rete società che ruotano attorno alle società per fornire servizi. Sulla vaccinazione potrebbe essere portata avanti l’idea di chiedere al governo l’obbligo con un avviso comune sostenuto in particolare dalla stessa Confapi. Due settimane fa, il presidente Casasco ha scritto ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per chiedere un incontro proprio per appurare “la possibilità di un avviso comune che inviti il Governo ad introdurre l’obbligo vaccinale nelle aziende e nei luoghi di lavoro”, oltre che confrontarsi sugli altri temi aperti, che richiedono “unità di azione e intenti”. Una impostazione su cui per Confapi potranno convergere le altre forze datoriali che hanno sottoscritto il protocollo sulle misure per il contrasto al Covid nei luoghi di lavoro.

Articolo Precedente

Reddito cittadinanza, non solo Meloni e Salvini: a Cernobbio gli imprenditori accusano ancora i percettori con “la teoria del divano”. Nonostante sia smentita dai dati

next
Articolo Successivo

Crisi di manodopera? Perfino in Cina. Sempre più giovani “mollano” la fabbrica. E gli imprenditori cominciano ad aumentare le paghe

next