Il politico, la scienziata, l’ex pm e l’ex governatore. Tutto come previsto: centrodestra unito e centrosinistra spaccato in tre. Con la presentazione delle liste, il quadro delle elezioni regionali in Calabria del 3 e 4 ottobre è diventato definitivo. Si torna al voto a distanza di un anno e mezzo, dopo la prematura scomparsa nell’ottobre 2020 della presidente Jole Santelli. Il centrodestra ha scelto un altro cosentino per la corsa: è Roberto Occhiuto, il capogruppo di Forza Italia alla Camera che ha lasciato l’incarico nazionale per puntare tutto sulla Regione. Fratello del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, è sostenuto da 7 liste. Oltre al suo partito, infatti, lo appoggiano la Lega, Fratelli d’Italia, l’Udc, Forza Azzurri, Coraggio Italia e Noi con l’Italia.

La polemica sul candidato leghista – Neanche il tempo di presentare le liste ed è scoppiata la prima polemica su uno dei candidati della Lega. Nella circoscrizione Sud, il partito di Salvini ha schierato, tra gli altri, Vincenzo Cusato, ex consigliere comunale di Rosarno la cui figlia è sposata con il figlio di Rocco Bellocco, un presunto capoclan della cittadina della piana di Gioia Tauro. La notizia è stata pubblicata sul sito del “Quotidiano del Sud” ma Cusato ha già risposto di non aver “mai avuto nessun problema giudiziario” e che suo genero “ha il solo problema del cognome, non ha mai avuto alcun coinvolgimento in nessuna indagine, non ha nessuna condanna e ha sempre lavorato onestamente e con grandi sacrifici”. Cusato si è detto anche disposto a fare un passo indietro (“Mi dispiace di aver messo il partito in difficoltà con notizie false, ma sono pronto a dimettermi e non partecipare alla competizione elettorale”), ma a stretto giro è arrivata anche la presa di posizione di Occhiuto, il quale ha ricordato che, a differenza delle altre coalizioni, tutti i partiti che lo sostengono “hanno mandato le proprie liste alla Commissione antimafia per il controllo preventivo delle candidature. Dall’organo parlamentare ci sono stati segnalati due nomi, e queste persone non sono state inserite nelle liste depositate. Abbiamo fatto tutti gli approfondimenti e tutte le verifiche del caso – ha spiegato – certo, però, che su oltre duecento nomi vagliati, non potevamo mica per ognuno andare a vedere con chi fossero fidanzati o con chi fossero sposati i figli”.

Le liste per Bruni, Tansi e De Magistris – Sette liste anche per Amalia Bruni, la scienziata su cui puntano Pd e Movimento Cinque Stelle, azionisti di una coalizione che ha stentato a nascere e ha cambiato candidato almeno tre volte prima di trovare la quadra. Bruni, inoltre, è sostenuta da una lista che porta il suo nome e da Tesoro Calabria di Carlo Tansi (il geologo già candidato presidente nel 2020), Psi, Europa Verde e Democrazia popolare animalista. Sei, invece, i simboli a sostegno dell’outsider Luigi De Magistris. Il sindaco di Napoli, ex parlamentare europeo di Italia dei Valori, è stato il primo a ufficializzare la candidatura. In questi mesi ha girato a fondo la Calabria raccogliendo il sostegno della sinistra radicale ma anche di tutto quel mondo, sempre di sinistra, che da anni non si sente rappresentato nelle urne. Oltre alla lista “Dema”, l’ex pm è sostenuto dalle liste “De Magistris presidente”, “Uniti con de Magistris”, “Per la Calabria con de Magistris”, “Calabria resistente e solidale” e “Un’altra Calabria è possibile”. Quest’ultima fa capo all’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, capolista in tutte e tre le circoscrizioni. Anche lui, simbolo del “Modello Riace”, ha sposato il progetto politico di de Magistris, così come Anna Falcone, avvocatessa specializzata in diritto costituzionale.

Oltre 20mila firme per l’ex magistrato – Nonostante l’appello di circa trecento tra intellettuali, professionisti e musicisti (tra cui l’antropologo Vito Teti, l’attore Marcello Fonte e il cantautore Dario Brunori) che nelle settimane scorse hanno firmato a sostegno per De Magistris, in molti scommettevano che non si sarebbero raggiunte abbastanza firme per presentare le liste. La risposta l’ha data oggi Michele Conia, il referente del movimento “Dema” per il Mezzogiorno: “Abbiamo raccolto 21mila firme senza organizzazione, apparati e soldi, – afferma – lo abbiamo fatto nelle piazze e sulle strade, percorrendo su e giù la Calabria per tutti gli adempimenti burocratici. Molti sostenevano l’impossibilità di quest’operazione, millantando cose gravi, mentre noi eravamo pancia a terra per portare a casa questo grande risultato”.

In corsa anche l’ex presidente Oliverio – L’ultimo candidato, con una sola lista a sostegno, è l’ex presidente della Regione Mario Oliverio che già nel 2020 il Partito democratico non ha voluto ricandidare. Galvanizzato dall’assoluzione nel processo “Lande desolate” a gennaio, e in attesa che si concludano gli altri tre procedimenti che lo vedono imputato, si è candidato da indipendente con la lista “Oliverio presidente identità calabrese” dove hanno trovato spazio i suoi fedelissimi, tra cui l’ex assessora regionale Maria Francesca Corigliano, l’ex parlamentare Brunello Censore, l’ex consigliere regionale Francesco D’Agostino e l’ex sindaco di San Giovanni in Fiore Giuseppe Belcastro. Se la politica è matematica, la vittoria di Oliverio è la meno probabile. In realtà l’ex governatore punta a superare il quorum per strappare almeno un consigliere regionale. Se non dovesse farcela, almeno potrà vantarsi di essere stato la “spina nel fianco” del Pd.

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Quando inizia la vecchiaia? In politica pare mai

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