Tanti consiglieri comunali e qualcuno della società civile – soprattutto tra i partiti tradizionali e più strutturati -, parecchi imprenditori e professionisti – chiamati a raccolta dalle nuove liste – e molti cittadini senza incarichi o esperienza politica precedente. Sono i candidati alle elezioni del 3 e 4 ottobre a Bologna dove a correre per la poltrona da sindaco si sono presentati in sette, sostenuti da dieci liste. Favorito il candidato dem, che a Bologna ha anche l’appoggio del Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte: Matteo Lepore, attuale assessore alla Cultura della giunta di Virginio Merola, è quello sostenuto da più liste a partire da quella appunto del Pd che ha presentato come capolista Rita Monticelli, professoressa di Letteratura inglese e studi di genere all’università di Bologna, insegnante di Patrick Zaky, lo studente egiziano in carcere in Egitto. In lista 36 candidati, molti consiglieri comunali, l’ex assessore Mazzanti, il presidente uscente del Quartiere San Donato e San Vitale Borsari e – novità che ha fatto discutere durante l’estate – il leader e ideatore del Movimento delle Sardine Mattia Santori. Con il Pd anche Nunzia Vannuccini, imprenditrice da anni impegnata nel sociale, co-fondatrice di “L’altro spazio” di uno dei primi progetti sperimentali europei di inclusione lavorativa di persone con disabilità. In appoggio a Lepore anche Coalizione Civica Coraggiosa Ecologista Solidale, che fa riferimento alla vicepresidente in Regione Elly Schlein, e candida la consigliera uscente Emily Clancy , la presidente del Movimento Identità Trans Porpora Marcasciano e l’attivista per i diritti delle persone disabili Max Ulivieri.

Nella lista Psi Volt c’è anche Valentina Petrillo, prima atleta transgender a indossare la maglia della nazionale italiana in una competizione internazionale. Mentre tra le fila “Anche tu Conti”, la lista della sindaca di San Lazzaro di Savena che dopo aver perso le primarie ha comunque giurato fedeltà a Lepore, troviamo Filippo Diaco, ex presidente delle Acli bolognesi, che se venisse eletto ha già detto di voler dar vita a un assessorato per il Terzo Settore. Diaco per un po’ è stato conteso dalla lista del Pd e – lo ha dichiarato lui stesso – anche da Fabio Battistini, il civico imprenditore sui cui dopo un lungo travaglio è confluito il centrodestra.

“Bologna Ci Piace” è il nome della sua lista che si affianca a quella di Fratelli d’Italia e della Lega di Salvini (dove oltre alle conferme di Giulio Venturi, Francesca Scarano e di altri noti militanti, appaiono fra gli altri, l’avvocato di origine congolese Vens Kahumba Mulosi, l’operaio italo cinese Walter Wang King). “Io sono l’imprevisto. Dai che portiamo Lepore al ballottaggio” spiega Battistini che per qualche giorno ha corteggiato Alberto Aitini e Virginia Gieli, i ‘ribelli’ ex sostenitori di Conti fatti fuori dalla lista del Pd. Con Battistini anche Gian Marco De Biase, responsabile qualità Caab, il Centro Agro Alimentare di Bologna, e consigliere comunale uscente. Tra gli altri si contano un tassista, un operatore sanitario, avvocati, dentisti, un professore universitario, un musicista, una psicologa, una scrittrice, un’artista, alcuni imprenditori, liberi professionisti, un giornalista e un funzionario pubblico e alcuni pensionati.

Il Movimento 5 stelle, che sostiene il candidato Pd, trova ancora una volta come capolista Max Bugani, già per due volte consigliere comunale e attualmente capo staff di Virginia Raggi. Con lui, tra i tanti, anche Dalio Pattacini, coinvolto nella vicenda che portò all’allontanamento di Andrea Defranceschi, l’allora consigliere regionale condannato dalla Corte dei Conti per l’utilizzo dei fondi assegnati ai gruppi per l’acquisto di spazi di programmazione disponibili dalle emittenti televisive. Pattacini fu uno dei tramiti tra gli allora gruppi consiliari emiliani e la società che gestiva la compravendita degli spazi. Pattacini fu candidato anche alle Regionali nel 2014 dai 5 stelle e, anche se non fu eletto, la scelta venne fortemente contestata da una parte degli attivisti.

Candidato sindaco anche Stefano Sermenghi, di “Bologna Forum civico” ha il sostegno di nomi noti in città come Carlo Monaco, già assessore di Giorgio Guazzaloca, l’ex leghista Manes Bernardini e l’ex Cinquestelle Giovanni Favia (nessuno di loro, però, si è candidato in Consiglio comunale). “Con la nostra lista autonoma vogliamo raccogliere consenso tra le forze civiche, costruire un’alternanza di idee e di uomini e dare un contributo per cambiare il governo della città” spiega Sermenghi che ha rifiutato accordi prima del voto con centrodestra e centrosinistra. Sono candidati a sindaco anche Dora Palumbo, di “Sinistra unita per Bologna”, già consigliera comunale prima del Movimento 5 stelle poi confluita nel gruppo misto “Nessuno resti indietro”; Andrea Tosatto, “Movimento 3V – Libertà e Verità”, psicologo e scrittore, ha vissuto per oltre dieci anni a Dubai; Luca Labanti, “Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale”, avvocato bolognese; Marta Collot di “Potere al popolo”.

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