Tre voci per cercare di capire meglio cosa sta accadendo in Afghanistan e soprattutto chi sono le oltre 600 persone già evacuate dal Paese che da domenica è caduto nelle mani dei talebani. Non si fanno vedere in volto, ma le loro storie sono toccanti. C’è l’ex ufficiale di polizia, che lavorava fino a pochi giorni fa per il ministero dell’Interno, e che ha studiato presso l’accademia militare di Modena. E poi ci sono due giovani ragazzi, di etnia hazara, che erano in Afghanistan per portare in salvo le loro famiglie.

“Il giorno dopo dell’arrivo dei talebani a Kabul – racconta il militare – alle 8 di mattina il primo gruppo armato si è presentato a casa mia, mi cercavano con le foto in mano da mostrare ai vicini di casa”. “Non riuscivo a far fare i documenti a mia moglie e mio figlio – spiega invece uno dei due ragazzi – In ogni ufficio mi chiedevano soldi, ma io non ne avevo. Sono dovuto rimanere per più di tre mesi”. “Sono arrivato tardi – confessa invece l’ultimo testimone – dovevo fare dei documenti ma non ci sono riuscito. Quando sono arrivato erano già tutti confusi“.

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