I candidati alla presidente della Calabria diventano quattro; al favorito Mario Occhiuto (centrodestra), Amalia Bruno (M5S-centrosinistra) e Luigi de Magistris (liste civiche e sinistra), si aggiunge un ex governatore: Mario Oliverio. Che rompe gli indugi e scende in campo per la presidenza sfidando così quello che, ad oggi, è il suo partito, il Pd. L’annuncio è stato dato ieri dal Coordinamento Comitati Oliverio Presidente che da settimane era in pressing per spingerlo a candidarsi alla presidenza in occasione delle regionali del 3 e 4 ottobre prossimi.

Una decisione, quella di Oliverio, già ventilata nelle scorse settimane, nelle ore calde dell’indicazione della neurologa Amalia Bruni alla guida della coalizione di centrosinistra con il Movimento 5 Stelle. Una scelta, è stata l’”accusa” di Oliverio al suo partito espressa anche in occasione della visita del segretario Enrico Letta del 24 luglio scorso, calata “di imperio sulla testa della comunità dei democratici calabresi e delle forze del centrosinistra”. Sulla scelta del segretario democratico potrebbe aver pesato il fatto che l’ex governatore – assolto lo scorso gennaio dai reati di corruzione e abuso d’ufficio perché il fatto non sussiste – è imputato in altri tre processi: per abuso d’ufficio per aver revocato nel 2015 l’incarico al presidente di Fincalabra, Luca Mannarino, in violazione degli articoli 54 e 97 della Costituzione. L’udienza per questo procedimento è fissata a settembre.

C’è poi il processo sul contributo che la Regione Calabria ha concesso per il “Festival di Spoleto”: 95mila euro di fondi pubblici per finanziare “un evento giornalistico con finalità privatistiche di promozione politica”. Per la Procura l’ipotesi di reato è il peculato e a novembre l’ex governatore dem è stato rinviato a giudizio con l’ex deputato del Partito democratico, Ferdinando Aiello. Ad aprile, invece, è iniziato il processo “Passepartout” su alcune presunte irregolarità nei bandi di gara per la costruzione del nuovo ospedale di Cosenza, della metropolitana di superfice e del Museo di Alarico. Oliverio è accusato di corruzione, turbativa d’asta, traffico di influenze e abuso d’ufficio. Nel processo con il rito abbreviato quattro imputati sono stati già assolti.

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