I Talebani hanno conquistato Mazar-i Sharif, quarta città afghana, e sono ormai a poca distanza da Kabul. Anche la capitale afghana sta per finire nelle mani dei guerriglieri coranici che nelle scorse settimane hanno ripreso il controllo delle maggiori città del Paese – compresa Herat, dove fino a qualche settimana fa erano dispiegati i militati italiani – prima ancora del ritiro delle forze statunitensi, previsto per il 31 agosto. L’amministrazione Biden è rassegnata alla caduta di Kabul e l’evacuazione dei rappresentanti diplomatici statunitensi è già iniziata. Anche Roma ha avviato le procedure per predisporre il rientro degli italiani nel Paese: una mail inviata a tutti coloro che si sono registrati sul sito dell’ambasciata a Kabul ha comunicato che un ponte aereo dell’Aeronautica militare riporterà in patria i connazionali che accetteranno di tornare. “Gentile connazionale, facendo seguito agli inviti formulati a lasciare il Paese, le comunichiamo che, visto il grave deterioramento delle condizioni di sicurezza, viene messo a disposizione dei cittadini italiani un volo dell’Aeronautica militare nella giornata di domani 15 agosto alle ore 21.30 circa dall’aeroporto di Kabul. Le formuliamo l’invito a lasciare il Paese con questo mezzo”, è l’appello della Farnesina.

Il discorso del presidente Ghani – Il governo di Washington ipotizzava che la capitale potesse reggere a breve termine, consentendo agli Stati Uniti di rimanere impegnati diplomaticamente e aiutare le donne afghane a garantire i propri diritti. Ma l’avanzata dei taliban è stata molto più rapida del previsto. “Nell’attuale situazione, rimobilitare le forze di sicurezza e difesa è la nostra principale priorità e le misure necessarie sono state avviate a questo scopo”, ha detto il presidente afghano Ashraf Ghani in un breve discorso alla nazione, annunciando “ampie consultazioni dentro e fuori il governo, con leader politici e partner internazionali” per evitare all’Afghanistan “ulteriore instabilità, violenza e altri sfollati”. Ghani ha accusato gli americani di non aver fatto quello che dovevano, pur avendo i mezzi, mentre ha elogiato “le forze di sicurezza e difesa nazionali afghane (Andsf) per il loro coraggio ed i loro sforzi nel difendere la nazione e la nazione per aver sostenuto le sue forze”.

I raid delle forze armate Usa – Mentre a Kabul sono arrivate le truppe statunitensi che aiuteranno il personale diplomatico e altri americani a lasciare il Paese, il giornalista afghano Bilil Sarwary, citato dalla Bbc, ha fatto sapere che le forze americane hanno condotto raid aerei sull’aeroporto di Kandahar e “decine di combattenti talebani” sono rimasti uccisi nell’attacco. Ma il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid su Twitter ha annunciato la conquista anche di Sharana, il capoluogo della provincia di Paktika, nel sud-est dell’Afghanistan. “L’ufficio del governatore, il quartier generale della polizia, l’intelligence e tutti i luoghi sono stati conquistati”, ha scritto. Joe Biden e la sua vice hanno avuto una video conferenza con il team della sicurezza nazionale “per discutere gli sforzi in corso per ridurre la presenza civile americana in Afghanistan, evacuare i richiedenti i visti speciali (afghani che hanno lavorato per gli Usa) e monitorare l’evolversi della situazione”, ha fatto sapere la Casa Bianca.

L’invio di truppe per l’evacuazione – Il segretario generale Onu Antonio Guterres ha avvertito che la situazione sta precipitando, con conseguenze devastanti per i civili: finora più di 250.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case e molti di loro si sono concentrati a Kabul, nei parchi o in alloggi di fortuna. Secondo tre fonti citate da Politico, il Pentagono ha avviato la pianificazione per un “ritiro completo della missione americana” a Kabul e, stando a due delle fonti, il Comando centrale Usa ritiene “inevitabile” la chiusura dell’ambasciata degli Stati Uniti che nel frattempo ha invitato il personale a distruggere ogni materiale sensibile presente nelle strutture, inclusi opuscoli e bandiere che potrebbero essere utilizzati per la propaganda. Anche il Regno Unito ha annunciato l’invio di 600 soldati per aiutare l’evacuazione dei cittadini britannici e dell’ex personale afghano. La Germania, che invierà un contingente militare a Kabul per proteggere l’evacuazione di parte del personale, manterrà aperta l’ambasciata con il personale al minimo. Danimarca e Norvegia stanno invece chiudendo del tutto le loro rappresentanze diplomatiche.

Di Maio: “Priorità mettere in sicurezza i connazionali” – “Ho sentito il presidente Draghi per fare il punto della situazione. Alla Farnesina stiamo monitorando la situazione 24 ore al giorno, in stretta sinergia con la nostra ambasciata a Kabul, con i ministeri della Difesa e dell’Interno e con la nostra Intelligence. La priorità è mettere in sicurezza i nostri connazionali”, aveva detto sabato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un’intervista al Corriere della Sera. “Non ci sarà un nuovo impegno militare, ma non possiamo pensare di abbandonare dopo 20 anni il popolo afghano”, ha aggiunto. E per quanto riguarda la nostra ambasciata a Kabul aveva spiegato: “Ci stiamo preparando ad ogni evenienza, anche quella dell’evacuazione. Dobbiamo pensare alla sicurezza del personale della nostra ambasciata e dei nostri connazionali. Se sarà necessario, con l’importante aiuto della Difesa, porteremo tutti in sicurezza in Italia, in tempi rapidi“. Di Maio ha chiarito anche che “nel caso di evacuazione, l’ambasciata rimarrà operativa da Roma e i fondi destinati al sostegno delle forze di sicurezza afghane potranno essere riorientati verso la tutela dei collaboratori delle nostre componenti diplomatiche, militari e civili”. Al momento, dopo giorni di avanzata dei Talebani, il movimento degli insorti controllerebbe la metà dei capoluoghi di provincia dell’Aghanistan. Le procedure di rilascio del visto per tutti gli afghani presenti nelle liste che sono state stilate dal ministero della Difesa e dal ministero degli Esteri, e che hanno superato lo screening di sicurezza del Viminale, secondo quanto si apprende, non dovranno più essere effettuare in Ambasciata a Kabul, ma direttamente in Italia. Questo permetterà di velocizzare le procedure burocratiche per il rientro in Italia.

Rischio catastrofe umanitaria. “Le ragazze sopra i 12 anni considerate bottino di guerra” – Intanto si teme che la situazione possa continuare a peggiorare anche dal punto di vista umanitario. Il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini è preoccupato per il “numero di sfollati impressionante in fuga dalle zone dei combattimenti” che aumenta sempre di più: “si parla di migliaia di sfollati, un movimento di civili enorme” rimasti senza aiuti né protezione nelle aree di guerra. E nei campi di raccolta “mancano acqua, cibo, elettricità, servizi igienici e medicine”, con “condizioni critiche” anche per tantissimi bambini che hanno perso uno o entrambi i genitori nel conflitto. “C’è un terrore indescrivibile tra la gente” testimonia Qoorbanali Esmaeli, presidente dell’Associazione culturale afghani in Italia, che teme che le donne possano subire le ripercussioni della conquista talebana: “La cosa più assurda e atroce”, spiega, “è che le donne e ragazze sopra i 12 anni sono considerate bottino di guerra”.

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