Almeno una gioia ogni giorno per tutti i 16 giorni di gare. Un podio conquistato in 19 discipline differenti. Le 40 medaglie conquistate dall’Italia ai Giochi di Tokyo raccontano solo in parte perché per i colori azzurri quelle appena concluse sono state le migliori Olimpiadi di sempre. Il record più significativo, anzi, riguarda proprio la capacità degli atleti italiani di primeggiare in 19 sport diversi (eravamo arrivati al massimo a 17 ad Atene 2004). È il segno tangibile di come lo sport in Italia stia viaggiando verso una nuova dimensione. Il bottino di medaglie è ancora più incredibile, poi, se si guarda alle discipline da cui sono arrivate: siamo arrivati a quota 40 nonostante i flop nella scherma e nel tiro, sport da cui a Rio 2016 erano arrivati 5 ori su 8, ma anche negli sport di squadra. E invece i successi sono arrivati dagli sport olimpici per eccellenza: nel nuoto abbiamo raccolto il maggior numero di medaglie, nell’atletica abbiamo vinto 5 ori (il 50% del totale). Ecco una panoramica, disciplina per disciplina, per capire come è cambiato lo sport in Italia:

Atletica leggera: 5 ori, un bottino impensabile anche per i più ottimisti sulla nostra spedizione. Nelle ultime due edizioni dei Giochi abbiamo ottenuto solo un bronzo nel triplo con Fabrizio Donato a Londra 2012. Oltre a questi 5 successi, poche settimane prima di Tokyo, abbiamo vinto il medagliere degli Europei Under 23. L’atletica leggera italiana c’è e ci sarà. È la più grande notizia che ci portiamo via da questa Olimpiade per il nostro sport. Ah, siamo anche i più veloci al mondo.
Canottaggio: 2 bronzi maschili e 1 oro nel Due di coppia pesi leggeri donne, altra vittoria storica per noi. Bottino migliore delle ultime due Olimpiadi e con la sfortuna clamorosa per il Quattro senza e il suo embardée. Una conferma. Senza dimenticare l’argento di Manfredi Rizza nella canoa velocità.
Ciclismo: a Londra in tutte le discipline fra strada, pista e mountain bike avevamo preso solo il bronzo di Fontana nella MTB, a Rio un bronzo e l’oro di Viviani nell’Omnium. Il bronzo c’è ancora oggi ed è quello di Elisa Longo Borghini, Viviani resta a medaglia, bronzo, e vinciamo l’Inseguimento a squadre, forse la gara più bella delle Olimpiadi.
Ginnastica artistica: gli uomini male, mentre le donne conquistano un quarto posto nel concorso a squadre e Vanessa Ferrari finalmente, dopo un eterno inseguimento, vince una splendida medaglia d’argento al corpo libero.
Ginnastica ritmica: le Farfalle sono di bronzo, tornano sul terzino gradino del podio come a Londra 2012. A Parigi lotteremo ancora con le più forti.
Pallacanestro: abbiamo perso, lottando fino alla fine contro l’argento, Francia e il bronzo olimpico, Australia. Pochissimi credevano che avremmo potuto vincere in Serbia prima e fare bella figura poi. Questa squadra ci fa ripartire in uno sport molto seguito in Italia. Un mezzo miracolo.
Pallavolo: eravamo la grande favorita nel volley femminile, ma siamo stati spazzati via dalla bestia nera Serbia, mentre gli uomini, dopo l’argento di Rio, erano una squadra di secondo livello rispetto alle grandi. In tutte e due i casi bisogna ripartire da atleti giovani e guide tecniche differenti.
Pugilato: anche qui il settore maschile, assente a Tokyo, è completamente da ricostruire, mentre le quattro principesse del ring, guidate dal bronzo di Irma Testa, sono una delle squadre giovani più interessanti dell’intero movimento mondiale.
Scherma: sembra essere la grande malata di Tokyo. Dopo anni di ori, “solo” 3 argenti e 2 bronzi. I fiorettisti si sono rivoltati contro il ct Cipressa e c’è un generale senso di confusione. Il mondo è cresciuto e noi abbiamo leggermente frenato. Avevamo di sicuro una Nazionale molto “esperta” e serviranno forze fresche per seguire gli altri che stanno correndo.
Sollevamento pesi: altra spedizione storica con tre medaglie vinte, di cui una storica nel settore femminile. Nelle ultime due edizioni non avevamo ottenuto nulla.
Nuoto: se una Nazionale vince l’argento della 4×100 sl e il bronzo nella 4×100 mista, vuol dire che è una grande squadra. Abbiamo vinto 7 medaglie rispetto a 1 bronzo di Londra e le 4 di Rio. Al maschile siamo davvero forti un po’ ovunque, al femminile una Federica Pellegrini non nasce ogni due anni. Ripartiremo da Benedetta Pilato, classe 2005.
Pallanuoto: brutta botta vedere soffrire quasi in ogni partita la squadra campione del mondo e uscire ai quarti venendo dominati dalla Serbia. Con le donne non ci siamo nemmeno qualificati. Veniamo dall’argento maschile di Londra e dal bronzo e argento di Rio. Qualcosa deve cambiare.
Tuffi: anche in questa disciplina non ti nasce ogni anno un talento come Tania Cagnotto, argento in coppa con Dallapé e bronzo individuale a Rio. Dobbiamo ripartire da un ottimo prospetto, Chiara Pellacani.
Taekwondo: dopo nove anni l’oro torna a Mesagne, da Carlo Molfetta a Vito Dell’Aquila che ha soli 20 anni.
Tennis: per un movimento in crescita esponenziale come il nostro al maschile, potevamo chiedere di più. Speriamo che a Parigi i grossi calibri siano ancora tali e vogliano partecipare.
Tiro: la vera disciplina che esce con le ossa rotte da Tokyo. A Londra 5 medaglie, a Rio abbiamo vinto il medagliere di specialità con 7 medaglie. Oggi solo l’argento di Diana Bacosi nello skeet. Gare sfortunate o carriere al tramonto? Lo stesso non si può dire nel tiro con l’arco, dove sono arrivati l’argento di Nespoli e il bronzo storico di Lucilla Boari.
Vela: erano 13 anni che non vincevamo una medaglia nella Vela. Ci siamo distinti in quasi tutte le barche portate a Tokyo, con la punta di diamante del NACRA 17 di Tita e Banti.
Lotta e Judo: La grande attesa era tutta per Chamizo, invece la medaglia è arrivata da Abraham Conyedo. Nel Judo le soddisfazioni ce le hanno regalate due donne: Centracchio e Giuffrida, splendide medaglie di bronzo.
Karate: Esordio alle Olimpiadi per questa disciplina e Italia subito protagonista. Oro di Busà, bronzo di Bottaro. In questa estate ci siamo scoperti anche un Paesi di eccellenti karateka.

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Olimpiadi di Tokyo, Malagò: “Italia multietnica e super integrata. Per la prima volta atleti nati in tutti e cinque i continenti”

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