Un blitz in piena regola o più probabilmente il tentativo di mandare a monte l’intera trattativa sulla giustizia. Ed è facile prevedere quale sarà l’epilogo: il governo chiede la fiducia sulla riforma penale, dopo averla modificata solo in modo minimo. E magari – parallelamente – depotenziare l’abuso d’ufficio. Mentre Forza Italia ha chiesto di “allargare il perimentro” della norma in commissione Giustizia, il governo ha accolto un ordine del giorno al decreto Recovery presentato da Enrico Costa di Azione: l’esecutivo è invitato a studiare le modifiche alla legge Severino, nel punto prevede la sospensione degli amministratori locali dopo la condanna in primo grado per abuso di ufficio.

E riguardavano proprio l’abuso d’ufficio gli emendamenti depositati da Forza Italia in commissione giustizia. Solo che non avevano nullaa che vedere con le norme della riforma di Marta Cartabia. Il capogruppo dei berlusconiani, Pierantonio Zanettin, voleva modificare l’articolo 323 del codice penale, cioè quello che disciplina l’abuso d’ufficio, il 357 sul pubblico ufficiale e persino il 359 su persone esercenti un servizio di pubblica utilità. Fanno tutti parte dei 68 emendamenti che per il presidente della commissione, Mario Perantoni, sono inammissibili perché non riguardano in alcun modo il contenuto delle 26 norme che rappresentano la riforma penale. I berlusconiani, però, tentano di forzare la mano. E hanno chiesto che in commissione si possa modificare non solo il testo della legge Cartabia ma si possa allargare la questione ai reati contro la Pubblica amministrazione. Una richiesta sulla quale l’ufficio di presidenza della commissione si esprimerà lunedì mattina. Per tutto il week end, dunque, sul percorso già particolarmente accidentato della riforma, penderà la spada di Damocle dell’allargamento chiesto da Forza Italia. Se mai questa richiesta dovesse passare, infatti, non solo i tempi per l’approvazione della riforma si allungherebbero a dismisura ma la stessa riforma sarebbe “aperta” ai più vari tentativi di modifica.

Il centrodestra aveva già presentato a giugno degli emendamenti per la riforma dell’abuso d’ufficio, dichiarati inammissibili per estraneità di materia da Perantoni. La riforma riguarda infatti la procedura penale mentre gli emendamenti del centrodestra intervenivano sul codice sostanziale. Ora subemendamenti di tenore analogo sono stati ripresentati, ha spiegato Zanettin, perché gli emendamenti Cartabia “prevedono un doppio binario tra i reati comuni e quelli contro la Pubblica amministrazione“. Anche questi sono stati dichiarati inammissibili e Zanettin ha chiesto di allargare il perimetro. Il capogruppo del Pd in commissione, Alfredo Bazoli ha spiegato che una richiesta simile rischia di “affossare” la riforma. La Lega, come previsto, fa asse con i berlusconiani: “Si tratta di una decina di emendamenti non sono quelli ad affossare la riforma ma le migliaia presentati da qualcun’altro”, ha detto il capogruppo Roberto Turri, riferendosi a quelli dei 5 stelle.

Persino Fratelli d’Italia, che sulla carta sta all’opposizione, è d’accordo. Ecco perché tra i corridoi di Montecitorio il sospetto è che la richiesta di Forza Italia punti ad alzare la posta in gioco in modo da far saltare la trattativa tra Giuseppe Conte e Mario Draghi. Ieri il premier e la ministra hanno riconosciuto che la riforma ha dei limiti e va migliorata. Ma hanno pure richiesto al Consiglio dei ministri l’autorizzazione a votarla con la fiducia. E Draghi ha messo le mani avanti: “C’è tutta la buona volontà ad accogliere emendamenti che siano di carattere tecnico e non stravolgano l’impianto della riforma e siano condivisi. Non mi riferirei solo agli emendamenti di una parte, perché ci sono anche altre parti”.

Ventiquattro ore dopo ecco l’odg di Costa che impegna il governo “ad adottare con urgenza un’iniziativa normativa volta a modificare gli articoli 8 e 11 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235″ cioè la legge Severino, “eliminando la sospensione degli amministratori locali e delle cariche regionali per condanne di primo grado non definitive per abuso d’ufficio”. La sottosegretaria Deborah Bergamini, altra esponente di Forza Italia, ha proposto una riformulazione dell’impegno che è stata fatta propria da Costa, e quindi accolta dall’Esecutivo, in base alla quale il governo è impegnato “a valutare eventuali modifiche ai presupposti della sospensione degli amministratori locali e delle cariche regionali per condanne di primo grado non definitive per abuso d’ufficio”.

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