Mentre l’Unione Europea vieta l’utilizzo di qualsiasi monouso, l’Italia si gira dall’altra parte e guarda miope alla plastica biodegradabile come comodo sostituto di quella tradizionale. Per questo, Greenpeace – insieme a altre Ong quali ClientEarth, Ecos e Rethinking Plastic – denuncia l’Italia in merito alla legge che recepisce la direttiva europea sulla plastica monouso.

L’Italia doveva allinearsi alla nuova normativa comunitaria entro il 3 luglio, ma non lo ha fatto. In più, il parlamento ha approvato nei mesi scorsi una legge di delegazione europea che è in netto contrasto con la direttiva dell’Ue, promuovendo le plastiche biodegradabili quando l’Europa chiede di abolire ogni plastica monouso. Dopo numerosi appelli (ignorati) al ministro della Transizione Ecologia Roberto Cingolani, le Ong indirizzano così un reclamo ufficiale alle autorità europee.

“L’Italia sembra preferire di gran lunga una finta transizione ecologica” si legge nel comunicato apparso sul sito di Greenpeace. “Per andare oltre la plastica va evitata la sostituzione e incentivato il riutilizzo dei materiali”. Secondo gli studi scientifici citati dall’Ong, infatti, la decomposizione cosiddetta bioplastica è molto più difficile di quanto si pensi: occorrono delle condizioni specifiche di temperatura e microrganismi. Di conseguenza, è più la quantità di plastica bio che finisce in mare che quella che la natura riesce a smaltire.

Sul profilo Twitter di Greenpeace interviene anche il responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia Giuseppe Ungherese: “Le spiagge italiane del futuro saranno ricoperte di rifiuti di plastica”, dice, specificando che “servono azioni urgenti da parte di aziende e governi per lasciarci alle spalle l’era della plastica monouso”.

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