Dopo il Canada, la Scandinavia. Si moltiplicano i campanelli d’allarme che sembrano indicare un’accelerazione del fenomeno del riscaldamento globale. A Banak, nell’estremo Nord della Norvegia si sono toccati i 34,3 gradi centigradi, la temperatura più alta mai registrata a queste latitudini. Valori prossimi o superiori ai 30 gradi si segnalano in tutta la parte settentrionale della penisola scandinava. Record storico anche nella località di Kevo, in Finlandia, dove si sono toccati i 33,6 gradi. In Lapponia il termometro è salito a 32,5°. Si tratta di valori superiori alla media del periodo di 10/15 gradi.

L’ondata di caldo anomalo coinvolge anche l’Islanda e segue un giugno già caratterizzato da temperature nettamente superiori alla media. Le aree dei poli sono tra le più colpite dall’aumento delle temperature globali che, tuttavia, in queste settimane sta creando situazioni di forte anomalia in diverse aree del globo. La scorsa settimana nella cittadina canadese di Lytton sono stati superati i 50 gradi . Il paese è stato evacuato a causa degli incendi che ne hanno distrutto una gran parte. In tutto il Canada si sono contate oltre 700 vittime riconducibile, secondo le autorità sanitarie locali, all’ondata di caldo. Temperature fuori norma hanno contrassegnato anche il Nord Africa e il Medioriente con termometri oltre i 51 gradi per diversi giorni consecutivi. In Nuova Zelanda, dove è inverno, la temperatura media di giugno è stata di la più alta di sempre mentre giovedì scorso al circolo polare antartico si sono superati i 18°.

La crisi del 2020 “ha fatto ben poco per rallentare la crisi climatica. Le concentrazioni dei principali gas serra hanno continuato ad aumentare, mentre la temperatura media globale è stata di circa 1,2°C al di sopra dei livelli preindustriali, pericolosamente vicina al limite di 1,5°C stabilito dall’Accordo di Parigi”. E’ quanto si legge nel Rapporto diffuso oggi dall’Onu sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile che sottolinea l’arretramento nel percorso di raggiungimento degli Obiettivi, rispetto agli anni precedenti, provocato dalla pandemia. Secondo gli esperti, un incremento della temperatura media globale di due gradi innescherebbe processi, come la scomparsa delle barriere coralline, in grado di avviare un effetto domino di fenomeni estremi che potrebbero rapidamente finire fuori controllo.

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