di Emanuele Montini*

Il nuovo Decreto Semplificazioni consentirà l’utilizzo delle aree più significative del nostro territorio (parchi, boschi, aree agricole eccetera) per gli impianti che producono energia fotovoltaica, eolica, da rifiuti combustibili e, in generale, da qualsiasi altra fonte non fossile, come previsto dall’allegato I bis del decreto. Questo è l’effetto della abrogazione della norma (comma 2-ter dell’art. 7-bis del Codice dell’ambiente) che, prima, limitava la realizzazione di questi impianti solo alle aree non coltivate o degradate del nostro territorio (aree industriali dismesse e aree già impermeabilizzate).

Si trattava di una norma di buon senso, che serviva a mantenere non solo il nostro patrimonio culturale intatto ma anche a limitare il consumo di suolo vergine, agricolo e boschivo e a riconoscerne l’importante ruolo nell’abbattimento dell’inquinamento atmosferico, attraverso la fotosintesi garantita dal soprassuolo vegetale. Ora anche queste aree potranno essere scelte dalle imprese, per la maggior parte estere, che vorranno costruirci sopra i propri impianti e inceneritori di rifiuti con produzione energetica.

Così accadrà che anche le aziende agricole produttive potranno essere “piastrellate” per farci ettari ed ettari di parchi fotovoltaici. E se l’agricoltore o il piccolo proprietario non volesse vendere o affittare il proprio terreno? Anche qui il nuovo decreto (art. 18, comma 1, lett. a, punto 1) offre una soluzione: la terra gli potrà essere espropriata e affidata all’impresa. Ed è in questo cambio di passo che risiede, per l’ambientalismo industriale, il significato di transizione ecologica: passare da un modello economico territoriale ad alto contenuto occupazionale basato sull’agricoltura di qualità, sul turismo e sulla cultura, a un modello industriale specializzato nella produzione energetica alternativa, a basso contenuto occupazionale e ad altissimo rendimento.

Invece, un approccio ecologico che metta insieme tutto (umanità, ambiente, industria, agricoltura, cultura e paesaggio) è possibile, e viene chiaramente promosso dal Pontefice e dal Presidente della Repubblica. Per questo e per chiedere al Parlamento di correggere le parti più critiche del Decreto semplificazioni, le associazioni che si riconoscono nella #CoalizioneArticolo9 manifesteranno il 10 giugno, dalle ore 10, in Piazza Montecitorio.

*Avvocato dell’Ufficio legislativo Italia Nostra ONLUS

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