Dopo la sperimentazione sulla combinazione di due vaccini differenti per prima e seconda dose con Pfizer e Astrazenca la Gran Bretagna – che due giorni fa ha riaperto alberghi, bar e ristoranti – ha annunciato oggi l’avvio della prima sperimentazione su vasta scala al mondo sull’efficacia di un terzo richiamo del vaccino anti Covid, in vista della possibile distribuzione generalizzata alla popolazione dall’autunno prossimo di una terza dose più specificamente calibrata sulle nuove varianti. Quella che maggiormente preoccupa in questo momento è quella indiana di cui non si conosce ancora l’impatto sui vaccini.

L’iniziativa è stata illustrata nel briefing di giornata a Downing Street dal ministro della Sanità, Matt Hancock, che ha rivendicato il ruolo da battistrada del Regno sul fronte della corsa vaccinale. Secondo la Bbc, nel trial saranno usati vaccini aggiornati di Oxford-AstraZeneca, Pfizer-BioNTech e Moderna – già approvati dall’autorità di farmaco britannica – nonché di Novavax, Valneva, Janssen e Curevac che sono al momento in via di valutazione per l’uso generalizzato.

Lo studio Cov-Boost, che partirà a giugno, recluterà 3.000 persone di tutte le età che hanno ricevuto la prima dose a dicembre o gennaio, per verificare se la terza dose in funzione richiamo possa risultare protettiva rispetto anche alle varianti emergenti. I composti saranno testati su tutte le fasce d’età per raccogliere i dati sugli effetti collaterali e sulla risposta immunitaria. L’esito della sperimentazione fornirà indicazioni sulla eventualità di dare una terza dose in autunno in vista dell’inverno in cui Sars Cov e è capace di fare maggiori danni rispetto all’estate. Secondo il prof Saul Faust, responsabile dello studio (Università di Southampton) “l’obiettivo è scoprire se dovrà esserci una campagna di richiamo e quale vaccino usare”. Ci sarà anche un gruppo di controllo a cui verrà somministrato un placebo. I ricercatori si aspettano un aumento degli anticorpi che potrebbe essere sufficiente per proteggere da tutte le varianti del coronavirus.

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