A volte il confine fra scommessa e azzardo è appena percettibile. D’altra parte l’alea, il rischio, è alla base del concetto stesso di affare. Chi compra la carta vincente diventa santo. Chi si aggiudica quella perdente si trasforma in eretico. Soprattutto se per il fallimento è stata investita una montagna di quattrini. Una ferrea legge del pallone che sta trovando applicazione anche al Chelsea. Perché a difendere i pali dei Blues nella finale di FA Cup contro il Leicester (fischio di inizio oggi alle 18.15 a Wembley) sarà Kepa Arrizabalaga. Non un estremo difensore qualsiasi. Il basco, infatti, è passato da portiere più pagato della storia a pacco di mercato. E tutto nell’arco di nemmeno due anni. Uno scenario impensabile nell’estate del 2018. Allora il Chelsea è spinto da una doppia esigenza. Deve trovare un estremo difensore capace di rimpiazzare Thibaut Courtois, finito al Real Madrid, ma allo stesso tempo in grado di incastrarsi alla perfezione con il gioco di Maurizio Sarri. Al candidato ideale, dunque, non bastano riflessi pronti e mani d’acciaio. Deve saper anche giocare il pallone con i piedi.

Le alternative non sono poi molte. E da qualche tempo non si fa che parlare di un ragazzo di 24 anni che gioca nell’Athletic. È cresciuto a Ondarroa, villaggio di pescatori in provincia di Bilbao, e ha una passione particolare per il birdwatching. Ma soprattutto sembra avere un’inscalfibile fiducia in sé stesso. “Il suo punto di forza è la testa – dice allora Nika Cuenca del quotidiano spagnolo AS – è molto giovane ma è anche molto forte mentalmente”. Vero, anche se i primi anni da professionista sono stati all’insegna dell’insicurezza. Marcelo Bielsa lo convoca in prima squadra quando ancora è un teenager. Poi viene mandato a fare esperienza. Prima al Ponferrandina, poi al Valladolid. Eppure quella dimostrazione di stima da parte del Loco non gli basta. Un anno dopo, nel 2016, durante gli allenamenti nota qualcosa di strano. Nessuno dello staff si premura di correggere un suo errore. E allora nella sua testa si forma uno strano presentimento. “Credo che mi manderanno via”, dice in un’intervista. La sua storia prendere una strada molto diversa. Perché invece l’Athletic lo conferma eccome. Inizia la nuova stagione come terzo portiere. E pian piano inizia a ritagliarsi un suo spazio. Esordisce in campionato a settembre, poi Ernesto Valverde gli consegna una maglia da titolare. Le sue prestazioni sono impressionanti. Tanto che arriva fino alla Nazionale. E visto che De Gea non sta vivendo il suo miglior momento professionale, ecco che si può aprire un ballottaggio.

Il contratto di Kepa scade nell’estate del 2018. Ma a gennaio ancora non ha trovato un accordo per il rinnovo. Il Real Madrid ha fame di nuovi campioncini. Così offre 20 milioni per il basco. Non molto, ma per l’Athletic è sempre meglio che perderlo a zero. Sembra tutto fatto. Solo che Zinedine Zidane esercita il suo diritto di veto. “Non mi serve un nuovo portiere”, dice. Perché anche se Florentino Peréz non impazzisce per Keylor Navas, l’allenatore lo considera titolare. Il naufragio della trattativa diventa un problema per la squadra basca. È qui che il concetto di rischio entra per la prima volta in questa storia. L’Athletic pensa che il portiere possa avere ancora mercato. Ma per poter incassare deve rinnovargli il contratto. E a cifre molto alte. Quando l’accordo viene messo nero su bianco spunta una clausola rescissoria. Da 80 milioni di euro. Un’enormità. Tanto che i tifosi si convincono che il ragazzo di Ondarroa sarà ancora il loro portiere per lungo tempo. Le cose cambiano in estate. Il Liverpool acquista Alisson per una cifra monstre: 72 milioni di euro bonus compresi. Il Chelsea è fermo. Alla fine non crede molto nelle doti di Kepa palla al piede, ma i suoi riflessi e la sua capacità di frapporsi fra la porta e il pallone anche contro tiri ravvicinati sembrano una garanzia. Roman Abramovič stacca l’assegno giusto che copre tutta la clausola. Kepa finisce a Londra. Nella conferenza stampa di presentazione si lascia scappare una frase che diventerà il riassunto di tutta la sua parentesi inglese. “Ringrazio il Chelsea per aver fatto questa grande scommessa e avermi acquistato”.

Peccato però che la sua parabola si trasformerà in grande azzardo. I giornali inglesi definiscono la sua prima annata “decent”, ossia soddisfacente. La stagione scorre vie senza imprecisioni. Almeno fino alla finale di Carabao Cup. È il 24 febbraio del 2019. Si gioca a Wembley. Verso la fine dei supplementari Kepa accusa dei problemi muscolari. E visto che per parare i rigori ci vuole esplosività, Sarri ordina il cambio. Dentro Willy Caballero. Solo che il basco si rifiuta di uscire. Ne viene fuori una scena surreale. Un litigio a distanza con qualche smoccolamento in italiano. Tutti si affrettano a dire che è stata solo un’incomprensione. Eppure a Kepa viene recapitata una multa da 190mila euro che poi sarà donata in beneficenza. Una figuraccia che lo spagnolo riscatta solo parzialmente parando due rigori parati in semifinale di Europa League (poi vinta contro l’Arsenal) contro l’Eintracht Francoforte. Il vero problema arriva nella stagione successiva. Sarri lascia il posto a Lampard. E le prestazioni del portiere più pagato del mondo si inabissano. Il Guardian dice che il calo è legato anche a “una fase difensiva più disorganizzata rispetto a prima”. Il portiere compie un paio di errori grossolani. Soprattutto contro l’Everton quando prima lancia l’attaccante avversario e poi incassa il gol sotto le gambe. Ma a preoccupare sono soprattutto le sbavature continue. I numeri precipitano. Tanto che lo spagnolo salva appena il 54.5% dei tiri che arrivano verso la porta del Chelsea.

Prima della pandemia Lampard lo carica. Dentro Caballero. Un portiere non esattamente affidabile. Poi al rientro in campo Kepa si riprende la porta. Almeno per qualche partita. Nel finale di campionato, torna in panca. In estate il Chelsea prova a venderlo. A chiunque. Ma piazzare un calciatore con ancora 5 anni di contratto a più di 4 milioni l’anno non è esattamente facile. A completare il quadro ci pensano due dati di Transfermarkt, sito specializzato appunto nei trasferimenti di calciatori. Il valore di Kepa, oggi, si aggirerebbe intorno ai 13 milioni. Ossia 67 in meno rispetto a quando il Chelsea lo ha acquistato. Il portiere più pagato nella storia del calcio è ora il 691° calciatore più “prezioso” al mondo, il 216° in Premier. Numeri forse un po’ ingenerosi ma che raccontano la sua situazione. In questa stagione Kepa ha perso il posto da titolare un’altra volta. Stavolta in favore del franco senegalese Edouard Mendy, prelevato a settembre dal Rennes per una ventina di milioni. Il titolare è sempre stato lui. Sia per Lampard che per Tuchel. Nella partita contro l’Arsenal di qualche giorno fa Kepa è tornato titolare. Ed è stato coinvolto, suo malgrado, in una follia difensiva. Il Chelsea sta costruendo da dietro l’azione. La palla arriva a Jorginho che non si accorge che il portiere è defilato e interpreta in maniera stravagante l’ordine di Tuchel di passare sul piede destro del portiere. Il centrocampista mette la palla nella porta sguarnita, Kepa riesce a recuperare togliendo il pallone sulla linea, ma il gol arriva lo stesso. L’imperfezione non cambia la sostanza. Kepa sarà ancora titolare oggi. “Confidiamo in lui e se lo merita”, ha detto l’allenatore. La sfida contro il Leicester può essere l’occasione della rinascita. Oppure la sua ultima occasione.

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