Sono passati sei mesi da quando il gruppo editoriale Gedi che fa capo alla famiglia Agnelli e controlla Repubblica, Stampa e Secolo XIX, ha ceduto alcune delle sue testati locali a Sae, società creata ad hoc in vista dell’acquisizione. A passare di mano sono state le quattro testate Tirreno, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio e La Nuova Ferrara, quotidiani finanziariamente non problematici. L’operazione era stata accompagnata da rassicurazioni della nuova proprietà su mantenimento dei livelli occupazionali e investimenti. Ma la “luna di miele” se mai è iniziata è durata poco. Le assemblee dei redattori dei 4 giornali hanno dato mandato all’unanimità ai rispettivi comitati di redazione (la rappresentanza sindacale dei giornalisti, ndr) di respingere la “proposta” dell’editore, presentata come non trattabile, di un drastico ricorso agli ammortizzatori sociali per i giornalisti. Le assemblee hanno contestualmente affidato ai Comitati di Redazione un pacchetto di giorni di sciopero (oltre a quello odierno) e hanno deliberato l’immediata proclamazione dello stato di agitazione fino a quando l’azienda non ritirerà la sua “proposta” non trattabile.
Come si legge nel comunicato dei cdr “l’editore ha presentato quattro “proposte” diverse ai Cdr, tutte definite non negoziabili, la prima delle quali formalizzata alla presenza dei massimi vertici dell’azienda e dei direttori. Proprio sulla prima proposta era nata una convergenza con i Cdr, poi promossa dalle assemblee, ma l’editore ha deciso di stravolgerla completamente senza che fossero intervenuti nuovi fattori. Questo comportamento segue una serie di annunci fatti e poi puntualmente smentiti, iniziati dal momento in cui il Gruppo Sae è subentrato a Gedi nella gestione dei quattro giornali”. In particolare, continua la nota dei cdr, “a gennaio il direttore aveva garantito ai Cdr che non ci sarebbero stati tagli sui fotografi e quattro mesi dopo sono state fatte operazioni di drastiche riduzioni dei compensi e dell’organico dei fotografi. A dicembre erano stati garantiti investimenti sulle dotazioni informatiche e sulle piattaforme digitali del gruppo e niente si è visto”
“La disponibilità dei giornalisti a sostenere l’economia aziendale si era palesata fin da dicembre con la conferma di un accordo già in essere con Gedi che è stato rinnovato verbalmente con la nuova proprietà. All’arrivo del nuovo editore, le redazioni si sono rimboccate le maniche e hanno accettato la sfida con passione ed entusiasmo, aumentando ulteriormente carichi di lavoro già da prima molto pesanti. I risultati, nonostante ciò che l’editore sta sostenendo, si sono visti in edicola e nei canali di vendita digitali: è fresca di pubblicazione la classifica Ads di marzo 2021 dove ad esempio Il Tirreno è tornato tra i primi venti giornali venduti in Italia in edicola e online. E l’andamento delle copie di tutti i 4 quotidiani, nonostante il recente aumento del prezzo, è in linea col mercato.
Lo scorso autunno gli azionisti di Sae insieme al direttore editoriale si erano presentati ai lavoratori, ai lettori e alle istituzioni toscane ed emiliane con la promessa di importanti investimenti sui giornali e la volontà di rilanciarli: il rilancio che avevano in testa è adesso sotto i nostri occhi e si concretizza soltanto in tagli che andranno a depauperare il giornale in edicola, col rischio che voci importanti dei territori vadano a spegnersi. I comitati di redazione con senso di responsabilità hanno sollecitato l’apertura di un tavolo di confronto per monitorare l’andamento dei giornali e dei conti e per tracciare insieme la strada per dare sostenibilità ai giornali in futuro, respiro alla cassa e per mantenere la qualità del prodotto in edicola e sul web. In un mese di confronti, mai una volta l’azienda ha realmente dato di prova di voler condividere un percorso e di avere una progettualità di medio-lungo termine.
I redattori e i comitati di redazione, come hanno fatto fin dal primo giorno, confermano la massima disponibilità all’azienda ad una trattativa seria e condivisa, che permetta di tenere in salvo i conti, la qualità dei giornali e i posti di lavoro, che preveda la presenza delle Associazioni Stampa Toscana ed Emilia Romagna e della Fnsi.
Nel frattempo dalla giornata del 12 maggio i giornalisti saranno in stato di agitazione, attenendosi rigorosamente alle previsioni contrattuali. Allo stesso tempo i giornalisti del Tirreno disdettano l’accordo verbale mutuato da Gedi e mai definito formalmente con il nuovo editore, riguardante ferie, domeniche compensative, forfait notturno, aggiornamento professionale. Oltre alla giornata di oggi (per il web; ieri per il giornale) vengono proclamati due giorni di sciopero per le giornate di venerdì 14 e sabato 15 maggio.
Alle redazioni dei quattro quotidiani è arrivata la solidarietà dell’Associazione stampa Emilia Romagna che scrive “Purtroppo la nuova proprietà, insediata da pochi mesi, ha fin dal primo momento pensato solo a tagliare i costi e le retribuzioni, senza presentare nessun piano di rilancio, nonostante le promesse fatte sia ai tavoli istituzionali che durante presentazioni pubbliche. Dispiace vedere che non ci sia la minima intenzione di valorizzare un patrimonio giornalistico come quello di queste testate, storiche e radicate in importanti regioni italiane”
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