In Germania chiunque lo vorrà potrà vaccinarsi contro il Covid con AstraZeneca o Johnson&Johnson: i due sieri a vettore virale, oggetto di sospensioni e restrizioni per via dei rari casi di trombosi grave dopo la somministrazione, vengono raccomandati dalle Commissione permanente per i vaccini (Stiko) solo per le persone con più di 60 anni. Il ministro della Salute federale, Jens Spahn, e i suoi colleghi dei Länder hanno deciso di togliere la priorità per i due vaccini. Significa che AstraZeneca e Johnson&Johnson potranno essere somministrati a tutti su base volontaria, senza rispettare l’ordine delle categorie più a rischio. Per ottenere la proprio dose gli under 60 tedeschi dovranno rivolgersi al proprio medico di base per un consulto e l’accettazione del “rischio individuale”.

La mossa decisa dal governo tedesco ha l’obiettivo di dare una ulteriore accelerata alla campagna vaccinale. Stando ai dati forniti dal ministro Spahn, infatti, in Germania ci sono tra i 5 e i 6 milioni di over 60 ancora da vaccinare: le somministrazioni a questa fascia di popolazione dovrebbero finire già a inizio giugno. Ma il maggior numero di consegne da parte di Johnson & Johnson, oltre 10 milioni di dosi, sono previste solo tra giugno e luglio: rischiavano quindi di essere inutile, se il limite d’età non fosse stato revocato. Allo stesso tempo, secondo i dati dell’Istituto Robert Koch e del ministero della Salute, in Germania sono state consegnate 9,3 milioni di dosi di Astrazeneca e solo 6,3 milioni sono state inoculate. Nei frigoriferi tedeschi ci sono quindi 3 milioni di dosi del vaccino anglo-svedese ancora inutilizzate, oltre a quelle ancora in arrivo.

Le ragioni del cambio di rotta tedesco stanno quindi nei numeri della campagna vaccinale e presto anche l’Italia potrebbe seguire la stessa strada. L’Ema non ha mai posto restrizioni per età, sottolineando che i benefici superano in ogni caso i rischi, mentre come lo Stiko in Germania anche l’Aifa in Italia ha dato un’indicazione per l’uso preferenziale agli over 60. Ora però, per la quarta volta nel giro di pochi mesi, le regole sulla somministrazione del vaccino Astrazeneca rischiano di cambiare di nuovo anche in Italia. Un modo per rispettare la tabella di marcia del Piano vaccini ed evitare che in estate milioni di fiale rimangano accatastate nei magazzini.

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