In scienza è noto col il nome di “effetto farfalla” almeno a partire dal 1962. Fu il meteorologo Edward Lorenz ad analizzarlo per primo, ipotizzando che il minuscolo battito di ali di un’innocua farfalla, all’interno di un sistema oltremodo complesso ma interconnesso quale è l’ecosistema ambientale in cui viviamo, avrebbe potuto trasformarsi in un uragano a distanza di migliaia di km.

La teoria dell’ “effetto farfalla” non ha mai trovato una dimostrazione precisa e definitiva. Tuttavia la nostra epoca sta vivendo qualcosa di simile, considerando che la globalizzazione dell’economia e delle tecnologie mediatiche ha trasformato il mondo umano in un sistema reticolare e interconnesso.

È bastato il semplice commento di due sconosciute giornaliste di un piccolo giornale online di San Francisco, per provocare la reazione sconsiderata, rabbiosa e indignata in persone di mezzo mondo. Fino ad arrivare all’immancabile apoteosi del cretinismo italico, rappresentato dai due baluardi nostrani delle fake news: Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Le due giornaliste americane avevano recensito la nuova giostra locale di Disneyland, incentrata sulla favola di Biancaneve, per poi inserire (ormai non so più se dire scioccamente o in maniera geniale…) il fatidico commento: il bacio del principe a Biancaneve potrebbe essere stato estorto, perché lei dormendo non era consenziente.

Questo lieve battito di farfalla ha generato il putiferio: vogliono cancellare anche la favola di Biancaneve – il timore che è girato per il mondo – come un paio di sparuti istituti scolastici privati hanno fatto stupidamente, togliendo dalla programmazione Omero e altri grandi classici dell’Occidente imperialista, razzista e sessista?! Si è parlato a sproposito di “cultura della cancellazione” (cancel culture, in inglese, è soltanto un movimento nato nella rete con l’obiettivo di rimuovere dalla produzione culturale persone o aziende macchiatesi di violenza verso categorie umane più deboli), mentre molti sono insorti contro il rischio di un fantomatico atto di suicidio della tradizione occidentale in nome del politicamente corretto.

In realtà, in piena epoca di pandemia sanitaria, ci troviamo a dover fare i conti anche con una non meno grave “pandemenza” culturale. Sì, perché quello che abbiamo descritto non è altro che il frutto di una tempesta perfetta, una sorta di “effetto farfalla (scema)”.

Si parte da una notizia praticamente inventata (“vogliono cancellare Biancaneve”), che in realtà è soltanto il commento di due giornaliste sconosciute che scrivono per un giornale locale. Però il mondo dell’informazione sta vivendo una crisi di bilanci mai vista, per cui spesso è costretto a inventarsele, le notizie. O meglio, rintracciare qualunque cosa che possa “fare notizia” (cioè diventarlo, senza esserlo), aumentando a dismisura le reazioni, i like, i click e tutto quello che ormai risponde alla sciagurata e sterile “logica quantitativa” del capitalismo digitale. Ecco allora che il commento sciocco delle due giornaliste viene ripreso da giornali più importanti, poi da quelli stranieri, fino a diventare oggetto di discussione mondiale non senza l’effetto “grida manzoniane” (la boutade diventa nientemeno che un proposito culturale: abolire Biancaneve).

A questo si aggiunga pure l’esistenza effettiva dei fanatici del politicamente corretto. Coloro incuranti del fatto che Voltaire era antisemita, Marx schiavizzava moglie e figlie, Nietzsche era un reazionario aristocratico, Baudelaire un misogino incallito, Jung un nazista conclamato etc.

Tutti personaggi che, al netto della loro grandezza nei rispettivi campi, non sono tanto esponenti di un Occidente (anche) razzista, sessista, imperialista e quant’altro, bensì piuttosto di un genere umano all’interno del quale sarebbe utopia moralistica pretendere di trovare la purezza, la perfezione di intenti e di azioni, l’illibatezza. L’Occidente cristiano e liberale ha avuto soltanto la colpa di rivelarsi più forte delle altre civiltà, ma non abbiamo alcuna prova che se a prevalere fossero state quest’ultime, allora avrebbe regnato un mondo perfetto all’insegna del massimo rispetto di tutti.

Il punto sostanziale mi sembra piuttosto un altro: cioè un sistema, il nostro, in cui mentre ancora si muore per infortuni sul lavoro, mentre la disoccupazione aumenta in maniera drammatica (insieme a differenze di benessere sociale intollerabili e vergognose nel XXI secolo), mentre le multinazionali evadono le tasse e spendiamo 20 miliardi per mantenere un’istituzione inutile come la Nato, mentre ci ritroviamo una magistratura e una politica mediamente corrotte e incapaci, il nostro sistema mediatico e culturale non trova niente di meglio da fare che concentrare il dibattito pubblico sull’opportunità del bacio dato dal principe a Biancaneve (se non glielo avesse dato, sarebbe stata omissione di soccorso?).

Faremo un passo importante verso l’uscita da questo incubo, quando avremo capito che ben più della cultura della cancellazione, dobbiamo temere quella cancellazione della cultura che ci ha gettato nel disastro della “pandemenza”.

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