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Veneto, dopo la puntata di Report la Regione querela Crisanti. Intanto a Padova va avanti l’inchiesta sull’affidabilità dei test rapidi

Dopo la trasmissione di denuncia di Report, Zaia aveva escluso di voler querelare i giornalisti o la Rai. Per il momento ad andarci di mezzo è Crisanti, che pure ha fatto parte del Comitato scientifico della Regione. Intanto a Padova è in corso l'inchiesta del sostituto procuratore Benedetto Roberti per verificare se i test rapidi siano affidabili e quindi per verificare se le accuse di Crisanti abbiano un fondamento. E la Corte dei conti notifica un decreto alla provincia sul mancato utilizzo dei banchi a rotelle
Veneto, dopo la puntata di Report la Regione querela Crisanti. Intanto a Padova va avanti l’inchiesta sull’affidabilità dei test rapidi
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Dopo la trasmissione di denuncia di Report, un’indagine sull’uso massicico di “test rapidi” e l’abbandono dell’aula da parte dell’opposizione del consiglio regionale del Veneto, per rendere il clima più incandescente attorno alla giunta di Luca Zaia, ci mancava solo una querela al professore Andrea Crisanti da parte della Regione e l’intervento della Corte dei Conti per il mancato utilizzo di banchi a rotelle nelle scuole di Padova.

Crisanti nella prima fase della pandemia fu uno dei protagonisti del funzionamento della prevenzione sanitaria. Poi è stato messo da parte. Ma non ha smesso di dire quello che pensava, fino a criticare i test rapidi: per lui non sono affidabili. Adesso il direttore generale di Azienda Zero, Roberto Toniolo, ha inviato una denuncia per diffamazione contro Crisanti alla procura di Padova. “Non è una denuncia, volevamo solo mettere a conoscenza della Procura alcuni fatti” ha dichiarato poi Toniolo, cercando di gettare acqua sul fuoco. La firma è dell’avvocato penalista padovano Fabio Pinelli, che assiste da alcuni anni la Regione Veneto.

Che qualcosa bollisse nella pentola lo si era capito quando Luciano Flor, direttore generale della Sanità del Veneto e già direttore all’ospedale di Padova, aveva fatto capire che dopo la trasmissione “Report” qualcosa sarebbe accaduto, sul piano legale. “Ci saranno delle conseguenze, sono state dette bugie e falsità”. Zaia aveva escluso di voler querelare i giornalisti o la Rai. Per il momento ad andarci di mezzo è Crisanti, che pure ha fatto parte del Comitato scientifico della Regione.

Intanto a Padova è in corso l’inchiesta del sostituto procuratore Benedetto Roberti per verificare se i test rapidi siano affidabili e quindi per verificare se le accuse di Crisanti abbiano un fondamento. La battaglia però è diventata politica. Martedì i consiglieri di opposizione hanno abbandonato il consiglio regionale, chiedendo polemicamente che Zaia invece di tenere conferenza stampa, vada in aula a spiegare i punti oscuri della gestione del Covid. Inizialmente uno dei vicepresidenti del consiglio regionale aveva confermato che la settimana prossima Zaia sarà presente. Poi il dietrofront. Il governatore parteciperà alla commissione Sanità, affiancato dai tecnici della Regione, che invece non potrebbero intervenire ai lavori del consiglio regionale. “Vogliamo una risposta politica non soltanto tecnica e la vogliamo in consiglio regionale”, ha dichiarato Arturo Lorenzoni, portavoce delle minoranze.

In questa bufera si aggiunge un accertamento aperto dalla Procura veneta della Corte dei Conti. I magistrati si sono rivolti alla Provincia di Padova notificando un decreto in relazione al mancato utilizzo dei banchi a rotelle che furono comprati dalla Provincia con i fondi del Ministero dell’Istruzione e poi utilizzati solo in parte. Molti restarono in un magazzino, perchè non ritenuti idonei ad un uso didattico. Era stato lo stesso presidente provinciale Fabio Bui ad invocare l’intervento della Corte dei Conti. Bui voleva aprire una polemica sulla scelta del ministro Lucia Azzolina di far acquistare quei banchi. Invece la denuncia gli si è rivoltata contro. L’esposto per la Corte dei Conti era partito dalla parlamentare del Movimento 5 Stelle Francesca Businarolo che aveva chiesto ai giudici contabili di verificare perchè la Provincia avesse speso 212mila euro per poi non usare i banchi. E aveva anche ricordato le prese di posizione critiche dell’assessore regionale Elena Donazzan dei Fratelli d’Italia, nonostante i banchi fossero “omologati, certificati e rispettosi di tutte le misure sulla sicurezza”.

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