Anche la disabilità entra nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’attenzione al tema che riguarda direttamente oltre 4 milioni di donne e uomini in Italia trova spazio con diversi riferimenti. La novità sono i 500 milioni di euro stanziati per i “Percorsi di autonomia per persone con disabilità”, risorse soprattutto per aiutare soggetti disabili nei servizi di assistenza personale a casa, fornire loro supporti tecnologici e creare soluzioni abitative inclusive e accessibili. Secondo il presidente della FISH, Vincenzo Falabella, “tutto naturalmente dovrà essere vagliato nella concretezza dei fatti, ma per il momento riteniamo che il nostro grande lavoro di interlocuzione abbia finalmente portato a porre sotto la luce dei riflettori i nostri bisogni e le necessità, in un documento ufficiale di tale importanza”. Più perplesso è Carlo Giacobini, esperto sulla legislazione dedicata alle persone disabili, che sottolinea soprattutto la “mancanza di trasversalità del tema disabilità nelle varie missioni del Pnrr e sull’assenza di investimenti necessari per quanto riguarda l’inclusione lavorativa, il potenziamento del sostegno scolastico e soddisfacenti politiche sociali a favore delle famiglie dei più fragili colpite ancora di più nel corso della pandemia”.

Gli interventi a sostegno dei disabili nel Pnrr – Vengono indicate misure a sostegno delle persone disabili soprattutto nelle cosiddette Missioni 5 e 6 del Piano che sono rispettivamente intitolate “Politiche attive del lavoro e della formazione, all’inclusione sociale e alla coesione territoriale” e “Salute”. Ma non solo. All’interno del Piano sono previste specifiche azioni a beneficio delle persone con disabilità, come nella Missione 1 si parla di rimozione delle barriere architettoniche e sensoriali in musei, biblioteche e archivi, per promuovere una cultura dell’accessibilità del patrimonio culturale italiano. Nella Missione 2-3, gli interventi per la mobilità accessibile. La Missione 4 prevede una specifica attenzione per le persone con disabilità nell’ambito degli interventi per ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado. La Missione 5 include un investimento straordinario sulle infrastrutture sociali. Nella Missione 6 si parla di miglioramento dei servizi sanitari dedicati ai disabili. Contattato da Ilfattoquotidiano.it Falabella ritiene che “ci sono molti buoni punti di partenza nel testo, in àmbito di scuola, di lavoro, di progettazione della vita indipendente”. In particolare a pag.214 del Recovery Plan viene messo nero su bianco, tra le varie cose, che “l’investimento ha l’obiettivo di accelerare il processo di deistituzionalizzazione, fornendo servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari. Il progetto sarà realizzato dai Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con le Regioni”. “Nel Recovery – dice Falabella – ci sono passaggi già sostenuti per anni da molti Governi, ma quasi mai attuati, si pensi ad esempio alla riforma dei meccanismi di accertamento della disabilità , che però, uniti a quelli specificamente dedicati a scuola e lavoro, costituiscono un tutt’uno organico nuovo”.

“Introduzione della Legge Quadro sulle disabilità” – Nel corso del suo intervento per le comunicazioni sul Pnrr Draghi ha anche affermato che “si prevede di introdurre una Legge Quadro sulle disabilità per semplificare l’accesso ai servizi e i meccanismi di accertamento. Nel corso dell’attuazione del Pnrr, l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità monitorerà che le riforme proposte siano adeguatamente inclusive”. Contattato dal Fatto.it Giampiero Griffo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio ed ex membro della task force guidata da Vittorio Colao risponde: “E’ una buona notizia che rende merito del nostro lavoro fatto negli ultimi mesi difficilissimi. Sul reale monitoraggio – aggiunge Griffo – c’è un aspetto positivo che va in continuità con il precedente Governo Conte e che darà la possibilità all’Osservatorio di verificare che il Pnrr sia effettivamente inclusivo”. Adesso bisognerà capire in che modo verrà coinvolto l’Osservatorio per il monitoraggio. Griffo sottolinea che “saranno soprattutto tre le aree su cui focalizzeremo la nostra attenzione: garantire una reale inclusione in tutte le Missioni, realizzare una piena accessibilità e infine evitare ogni tipo di discriminazione”. Quando si parla di Legge Quadro sulle disabilità, Griffo spiega che si tratta del Codice unico per le persone con disabilità votato dal Conte 1 nel Consiglio dei Ministri del 12 dicembre 2018 con l’approvazione del decreto Semplificazioni, ma in attesa di attuazione. Questa Legge Quadro è ribattezzata nel Recovery come “riforma della disabilità”. Si legge nel Pnrr che “semplificherà l’accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenzierà gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato”.

“Mancano visione d’insieme e strategia di lungo corso. Il grande assente? L’inclusione lavorativa dei disabili” – Ilfattoquotidiano.it ha chiesto un commento anche ad uno dei massimi esperti italiani in materia di disabilità, Carlo Giacobini. “Da più parti, almeno nell’ultimo decennio si è detto che la disabilità necessita di una attenzione trasversale, non solo e tanto di interventi settoriali” afferma. “Un messaggio che è portante nella Convezione ONU sui diritti delle persone con disabilità ma che è stato indicato con chiarezza anche dalla stessa UE da cui torniamo con il nostro Recovery Plan in mano. La Strategia europea sulla disabilità 2010-2020 – continua Giacobini – spazia dalla piena inclusione, alle politiche per il lavoro, all’accessibilità, all’istruzione più inclusiva, al miglioramento dell’assistenza medica e dei sistemi di protezione sociale sostenibili e di alta qualità. La prossima Strategia 2020-2030 rafforzerà questo richiamo. Il governo Draghi ne deve tener conto e investire quanto necessario”. Secondo l’analista “gli interventi sono limitati: infrastrutture sociali e supporti all’autonomia vanno bene ma non bastano. In altre missioni non si rileva invece alcuna particolare attenzione alla disabilità, in particolare l’assenza brilla nelle pur previste politiche per l’occupazione, nell’housing sociale, come pure in altre linee dedicate alla disparità di genere e, ancora, all’istruzione o, infine, alla reale accessibilità alla prevenzione e alla cura”. Come valuta Giacobini queste lacune? “Non è solo e tanto una questione etica – risponde al Fatto.it – quanto l’incomprensione del fatto schiettamente economico – e questo sì ce lo saremmo atteso da questi tecnici – che la disabilità è una delle prime cause di impoverimento per le famiglie. I costi della disabilità gravano in netta prevalenza sulle famiglie e su chi garantisce il lavoro di cura determinando o cronicizzando povertà materiale e immateriale. Se non si comprende – conclude – come anche queste condizioni incidano sulla ripresa l’esito non può che essere quello delle nuove esclusioni e dell’inevitabile assistenzialismo”.

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