“Quello che indaga della guardia di finanza“, “il generale”, “lo abbiamo messo noi“. A parlare, ripreso da una telecamera nascosta, è l’attuale sottosegretario all’Economia del governo Draghi Claudio Durigon, eletto alla Camera nel 2018 con la Lega. La rivelazione è contenuta nella prima puntata della video-inchiesta Follow the money realizzata da Backstair, il team investigativo di Fanpage.it composto da Carla Falzone e Sacha Biazzo, con Marco Billeci e Adriano Biondi. Nel filmato, registrato durante una cena con i responsabili di alcune società di formazione, Durigon confida di non preoccuparsi delle indagini della magistratura che riguardano il suo partito. “I tre commercialisti? Tutte cazzate“, dice senza essere ripreso, riferendosi evidentemente ad Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Scillieri, i commercialisti legati al Carroccio arrestati nell’inchiesta milanese sul caso Lombardia Film Commission. “Lascia perdere, sono i giornali, fidati di me”, aggiunge. Al che il suo interlocutore lo incalza: “Veramente? Ci sta lui che sta facendo le indagini? Proprio questo della Finanza?”. La risposta: “Shhh, dai“.

Nell’inchiesta di Fanpage viene ricostruita tutta la carriera del parlamentare – oggi vicinissimo a Matteo Salvini – che prima di entrare a Montecitorio è arrivato a ricoprire la carica di vicesegretario del sindacato Ugl. La sua ascesa sarebbe cominciata tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, quando il Carroccio è in difficoltà per il blocco dei conti nell’ambito dell’inchiesta sui famosi 49 milioni. A gennaio il leader leghista annuncia un “accordo di reciproca e proficua collaborazione” con l’organizzazione sindacale. Poche settimane dopo è ospite d’onore al congresso Ugl che conferma Francesco Paolo Capone segretario, mentre Durigon è il suo vice. I cronisti della testata diretta da Francesco Piccinini raccontano come il sindacato abbia fornito uomini nelle aree in cui la Lega cercava di radicarsi – alcuni dei quali oggi in Parlamento – supporto durante eventi pubblici, persino la sede del team social di Salvini (la “Bestia”). La squadra guidata da Luca Morisi, infatti, dopo le elezioni 2018 ha trasferito i propri computer a Roma, al primo piano della sede dell’Ugl, in via delle Botteghe Oscure.

Fanpage accende anche il faro sui conti del sindacato Ugl– mai resi pubblici – e sulla sua rappresentatività, stimata in quasi due milioni di iscritti. Un centinaio di lavoratori aderenti, però, ha contestato il dato e ha presentato denuncia penale per truffa ai danni dello Stato. La loro ipotesi è che il numero reale degli iscritti non superi i 65-70mila. Sul caso sta indagando la procura di Roma. Tutte vicende che – ricostruisce la testata online – hanno portato diversi esponenti dell’Ugl all’espulsione. Per placare gli animi di alcuni ex amici dell’Ugl, però, Durigon avrebbe tentato anche altre strade. Ripreso in video all’uscita da un ristorante, il leghista parla così con un sindacalista: “Noi anche in Puglia dobbiamo fare delle nomine. A noi che cazzo ce ne frega? Io ti posso pure buttare dentro qualche nomina”. In quella Regione, però, pochi giorni dopo avrebbe vinto il centrosinistra.

A livello elettorale il ruolo di Durigon è stato decisivo soprattutto in provincia di Latina, la sua città natale. Dopo la sua discesa in campo, infatti, l’area è diventata la roccaforte del Carroccio nel Lazio. Fonti coperte citate dai giornalisti del team Blackstair di Fanpage rivelano i legami del sottosegretario nella provincia pontina investita da diverse inchieste dell’antimafia per infiltrazioni mafiose nella politica. Un nome che ritorna spesso è quello di Simone di Marcantonio, imprenditore a capo della Gestione & Soluzioni. Secondo la Dda, attraverso la società Ride Srl sarebbe uno dei prestanome di Sergio Gangemi, già condannato a 9 anni in primo grado dalla procura di Velletri per estorsione con metodo mafioso. Di Marcantonio, il cui ruolo nelle vicende giudiziarie è ancora da chiarire, compare inoltre in diverse iniziative elettorali della Lega di Salvini nel Pontino ed è stato nominato da Durigon dirigente sindacale Ugl per le partite Iva nel Lazio poco prima di dimettersi dalla carica di vicepresidente dopo essere stato eletto a Montecitorio. Nella video-inchiesta si fa poi il nome dell’imprenditore Luciano Iannotta, titolare della Italy Glass ed ex presidente di Confartigianato Latina, arrestato nel settembre 2020 con le accuse di estorsione, corruzione e detenzione di armi. Una fonte citata da Fanpage sostiene che Iannotta si sia adoperato per supportare la corsa elettorale di Durigon offrendogli un appartamento nel centro di Latina nel palazzo “Pegasol” come base per il comitato. A collegare i due ci sarebbero anche le serate di apertura e chiusura della campagna elettorale delle politiche 2018 che il leghista ha organizzato in un locale sulla via del Lido di Latina. Il ristorante, riferisce ancora la testata di Piccinini, era gestito da uno dei sodali dell’imprenditore oggi al centro delle indagini.

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