Il Parlamento ha fallito, ora sull’eutanasia, dopo 15 di silenzio, la parola deve tornare ai cittadini“. A rivendicarlo Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, nel giorno del deposito in Corte di Cassazione a Roma di un quesito referendario per depenalizzare l’eutanasia in Italia, sulla base di quanto già stabilito in due occasioni dalla Corte costituzionale. “Sono passati troppi anni e non si è fatto nulla, nonostante una proposta di legge di iniziativa popolare che giace in Parlamento dal 2013. I malati chiedono di veder affermata la priorità libertà, non c’è più tempo per aspettare”, ha precisato Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, fuori dalla Cassazione.

Il quesito prevede la parziale abrogazione dell’articolo 579 del codice penale (“omicidio del consenziente”), mantenendo invece le aggravanti nel caso siano coinvolte persone fragili. “Depositiamo un referendum per la legalizzazione, raccoglieremo le firme a luglio, agosto e settembre per dare finalmente l’opportunità ai cittadini italiani di decidere laddove il Parlamento italiano ha deciso invece di non assumersi le proprie responsabilità”, ha continuato Cappato, presente assieme agli altri leader dell’Associazione Luca Coscioni in piazza Cavour a Roma, poco prima di depositare in Corte di Cassazione il quesito del referendum.

Insieme all’associazione, in piazza c’erano anche molto familiari di chi ha vissuto il dramma delle proibizioni sulle scelte di fine vita: da Mina Welby alla sorella di Luca Coscioni, Monica, e Valeria Imbrogno, compagna di Fabiano Antoniani, ovvero Dj Fabo, : “Sono passati ormai quattro anni dalla sua morte, oggi è come proseguire la battaglia di Fabiano, lui avrebbe voluto così. In Italia al momento questo tema non è considerato una priorità, ma è fondamentale per la libertà di tutti”, ha spiegato. “Oggi inizia una battaglia, anche i medici hanno bisogno di darsi una mossa: morire è una parte della vita del paziente, non una loro sconfitta. E deve avvenire in modo umano”, ha concluso Mina Welby. Certo, una legge, sottolinea lo stesso Cappato, resterà comunque urgente: “Sarà necessaria, magari sul modello olandese. In Spagna in sei mesi è stata approvata, nonostante la pandemia. Non può essere più una scusa per non affrontare il tema”.

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