Il 16 aprile 2021 il Papa emerito Benedetto XVI compie 94 anni. In pochi, anche nel suo stretto staff, quando si dimise l’11 febbraio 2013 pensavano che Ratzinger sarebbe vissuto così a lungo da vedere non solo l’inizio, ma anche ben otto anni del pontificato del suo diretto successore. È legittimo pensare che se fosse rimasto Papa fino al termine della sua vita, forse non avrebbe vissuto così a lungo gravato dal peso del pontificato divenuto ormai insopportabile per un uomo anziano gradualmente privato delle forze fisiche.

Eppure c’è un fenomeno da non sottovalutare. Se Ratzinger è sempre stato l’autore di immortali bestseller internazionali, sia da cardinale che da Papa, anche da Papa emerito si è registrata una diffusa tendenza a riscoprire il suo denso magistero. Recentemente la casa editrice Palumbi ha avuto il merito di dare alle stampe due testi, 100 omelie e Commenti ai Vangeli, che raccolgono numerose meditazioni di Benedetto XVI. I volumi sono curati dallo studioso Mattia Pittau e impreziositi dalla prefazione del cardinale Angelo Comastri, vicario emerito del Papa per la Città del Vaticano.

Il porporato torna con la memoria alla fine del pontificato di Ratzinger. “Il Papa – scrive il cardinale Comastri – aveva già annunciato le sue dimissioni dal servizio di vescovo di Roma e successore dell’apostolo Pietro: fu un fulmine a ciel sereno. Nel momento in cui stava lasciando il Palazzo Apostolico per non farvi più ritorno, il cardinale Agostino Vallini, vicario per la diocesi di Roma, e il sottoscritto, vicario per la Città del Vaticano, venimmo invitati a dare l’ultimo saluto al Papa all’uscita dall’ascensore, prima di avviarsi alla vettura che l’avrebbe portato a Castel Gandolfo per attendere il conclave e l’annuncio del nuovo Papa.”

Il cardinale Comastri ricorda: “Appena vidi il Santo Padre Benedetto XVI uscire dall’ascensore, comprendendo la gravità di quel momento scoppiai a piangere. E spontaneamente mi vennero fuori dal cuore queste parole: ‘Padre Santo, è un momento di tristezza’. Il Papa Benedetto XVI mi guardò quasi meravigliato, poi con la mano delicatamente mi toccò una guancia come se volesse asciugare una lacrima e sommessamente mi sussurrò: ‘No, nessuna tristezza! Solo Gesù è indispensabile e Gesù continua a tenere il timone della barca della sua Chiesa! Avanti con fiducia!’. In queste parole si sente il profumo dell’umiltà sincera e della fede forte del Papa Benedetto XVI”.

Dal porporato anche l’invito a rileggere il discorso pronunciato da Ratzinger all’Università di Ratisbona, nel 2006, quando era Pontefice da solo un anno, che gli costò le durissime critiche del mondo islamico che lo accusò ingiustamente di avere pesantemente criticato Maometto. “Rileggete attentamente e lentamente – scrive il cardinale Comastri – il celebre discorso di Ratisbona: vi appariranno infondate tutte le polemiche che vennero suscitate in quel momento, mentre troverete nelle parole del Papa una lettura accurata della storia e una conoscenza dell’Islam che pochissimi hanno, conoscenza espressa con grande rispetto ma anche con leale aderenza alla verità storica”.

Ciò che ha sempre colpito i milioni di fedeli che negli otto anni di pontificato di Ratzinger hanno assistito alle sue celebrazioni e alle sue catechesi è la sua straordinaria chiarezza. Lo sottolinea anche il cardinale Comastri: “Papa Benedetto non è stato mai parroco, eppure il suo linguaggio è semplice, accessibile e diretto: come il linguaggio di un parroco di un piccolo paese di montagna. Questo dimostra che la fede vera, che l’amore appassionato per Gesù fonde il linguaggio del Papa con quello del più piccolo e umile pastore della Chiesa”.

Di Ratzinger, soprattutto in questi otto anni dal gesto rivoluzionario delle sue dimissioni, è stato scritto tanto. Spesso cercando a tutti i costi una contrapposizione con il successore Francesco. Contrapposizione alimentata principalmente da due fattori: il primo, che Bergoglio arrivò secondo nel conclave che nel 2005 elesse Ratzinger come successore di San Giovanni Paolo II, e poi lo stile assai diverso degli ultimi due Pontefici. Ma la loro fraternità è autentica e soprattutto in Benedetto XVI, ormai ritiratosi nel Monastero Mater Ecclesiae all’interno dei Giardini Vaticani, è sempre più convinta la scelta delle dimissioni.

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