Ha lasciato la vicepresidenza dell’Aspen Institute Italia dopo aver partecipato a un dibattito con Farmindustria. Oggetto del dibattito: i brevetti dei vaccini. Tra i relatori anche il professor Giovanni Pitruzzella, che dopo sette anni al vertice dell’Antitrust oggi di lavoro fa l’avvocato generale della Corte di giustizia europea. Un organismo che potrebbe doversi occupare in futuro di possibili dispute giuridiche inerenti proprio i brevetti sui vaccini anti-Covid, in un periodo in cui da più parti in Europa iniziano a chiedere di liberare dalla proprietà intellettuale gli antidoti al virus. Richiesta che ovviamente non trova d’accordo le case farmaceutiche. Da qui il panel organizzato il 22 marzo scorso da Aspen e Farmindustria, intitolato: “Tutela e valorizzazione della proprietà intellettuale”. Oltre a Pitruzzella, all’evento hanno partecipato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, e Sandra Gallina, capo direzione generale Salute della Commissione europea, che come ha denunciato nei giorni scorsi il quotidiano Domani è anche la persona scelta dall’Ue per negoziare i contratti dei vaccini con le Big Pharma. Tra il pubblico online, invece, anche alcuni europarlamentari. Una presenza che fa ritenere quel panel “un evento di natura lobbistica“, secondo Alberto Alemanno di The Good Lobby e Olivier Hoedeman di Corporate Europe Observatory, due organizzazioni non governative che vigilano sulla pressione esercitata dai grossi gruppi privati sui processi decisionali pubblici in Europa. “La partecipazione di europarlamentari in veste di uditori – dicono – corrobora l’idea che il seminario fosse volto a influenzare il ‘decision making‘ dell’Ue sulle regole di proprietà intellettuale per i vaccini”.

Alemanno e Hoedeman hanno scritto a Koen Lenaerts, presidente della Corte di giustizia Ue, per segnalare la presenza al panel di Pitruzzella, definita “come a dir poco inappropriata“. L’alto magistrato comunitario ha risposto due giorni dopo, spiegando che Pitruzzella non era autorizzato a partecipare al panel. E che lascerà il suo incarico di vicepresidente di Aspen. “Ho contattato l’avvocato generale Pitruzzella che mi ha informato di aver fatto una presentazione di carattere generale, della durata di otto minuti, sui seguenti temi: la logica per la tutela della proprietà intellettuale, possibili conflitti tra brevetti nel settore farmaceutico industria e tutela della salute, vantaggi e svantaggi dell’obbligatorietà licenze, abuso della proprietà intellettuale e diritto della concorrenza”, scrive il giurista d’origine belga nella sua risposta ad Alemanno e Hoedeman. Poi spiega che “l’avvocato generale Pitruzzella non ha presentato domanda di autorizzazione in tempo utile. La sua partecipazione non è stata quindi autorizzata“. L’ex presidente dell’Antitrust aveva invece ricevuto il via libera da parte della Corte ad accettare la vicepresidenza dell’Aspen nel 2019. Nelle scorse ore, come si apprende dalla lettera del presidente Leneaerts, si è difeso spiegando di avere avuto solo “un incarico onorario” e di non essere mai stato “coinvolto nell’organizzazione di convegni dell’Aspen Institute Italia, compresa la conferenza del 22 marzo 2021”. Quindi Pitruzzella ha annunciato che “si dimetterà dal suo incarico all’Aspen Institute Italia per evitare ogni futuro malinteso“.

Insomma, la segnalazione di the Good Lobby e Corporate Europe Observatory ha ottenuto l’obiettivo sperato. “La immediata risposta del presidente della Corte di Giustizia dell’Unione Europea indica una chiara volontà di creare un precedente tra i membri della Corte. D’ora in poi la tolleranza per questo tipo di incontri non autorizzati sarà zero”, dice Alemanno al fattoquotidiano.it. Il docente di Diritto europeo e fondatore di the Good Lobby sottolinea come “la Corte non può infatti permettersi questo tipo di episodi destinati a delegittimare il lavoro delle istituzioni in un momento storico così delicato per il processo di integrazione europea”. Anche per questo motivo l’associazione italiana considera le dimissioni di Pitruzzella da Aspen come “una vittoria per la legalità e il rispetto di regole fondamentali a proteggere l’indipendenza delle nostre istituzioni”. “Ci auguriamo che quanto compiuto oggi dal Presidente della Corte di Giustizia Ue faccia scuola anche in Italia, dove l’attenzione a questi temi così importanti è spesso assente, quando non nulla”, dice Federico Anghelé, direttore della ong italiana.

L”Aspen Institute, invece, è un’organizzazione internazionale che ha tra i suoi fini quello di “incoraggiare le leadership illuminate“. Sarà per questo se della sua succursale italiana fanno parte personalità di rilievo. Il presidente è Giulio Tremonti, ex ministro del Tesoro dei governi di Silvio Berlusconi, mentre tra i vicepresidenti – lo stesso incarico abbandonato da Pitruzzella, che non figura più sul sito dell’istituto – troviamo l’ex deputato Alberto Bombassei, l’ex ministro (sempre di Berlusconi) Lucio Stanca, Gianfelice Rocca, presidente – tra le altre cose – dell’Istituto Clinico Humanitas, Elena Zambon, presidente dell’omonima industria farmaceutica di Bresso, in provincia di Milano. Anche i presidenti onorari sono vecchie conoscenze del mondo politico: c’è l’ex presidente del Senato, Carlo Scognamiglio, e Giuliano Amato, due volte premier e attualmente giudice della Consulta. Incarico che lo stesso Pitruzzella ha sfiorato nel 2015, quando in Parlamento venne candidato dal Pd e dagli alleati del governo centrosinistra.

Di colore completamente opposto, invece, la maggioranza che nel 2011 lo volle al vertice dell’Antitrust. Una nomina decisa da Gianfranco Fini e Renato Schifani, presidenti di Camera e Senato, che all’epoca provocò numerose polemiche, per la vicinanza di Pitruzzella allo stesso presidente di Palazzo Madama. D’altra parte nello sterminato curriculum dell’attuale avvocato generale della Corte di giustizia europea si trovano numerosi incarichi politici, con gli schieramenti più vari: consulente giuridico per la Regione Sicilia sia quando il presidente era Angelo Capodicasa (centrosinistra), ma soprattutto durante il regno quasi decennale di Totò Cuffaro (centrodestra), e pure con la maggioranza ibrida di Raffaele Lombardo (Mpa + Pd). Un sostegno bipartisan, una stima ad altissimi livelli quella riscossa da Pitruzzella (nominato nel 2013 tra i saggi di Giorgio Napolitano), che però non ne garantì l’elezione alla Consulta: dopo l’ennesima fumata nera l’allora presidente dell’Antitrust ritirò la sua candidatura. Poi nel settembre del 2018 lascerà anche l’Antitrust, con qualche settimana di anticipo rispetto alla naturale scadenza del mandato, per volare in Lussemburgo come avvocato generale della corte di giustizia Ue.

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