Gli stipendi di Alitalia sono stati pagati oggi al 50% con valuta al primo aprile. Lo si apprende da fonti sindacali. Il rimanente sarà pagato nel momento in cui l’azienda avrà visibile, sul proprio conto, la somma dei ristori decisi dal governo. “Abbiamo espresso totale disaccordo con questa decisione. Lo stipendio deve essere pagato al 100%.” Lo sostengono in una nota congiunta i sindacati di Filt-Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti ed Ugl Trasporto Aereo, confermando la manifestazione al Mise in programma il prossimo 14 aprile alle 10:30. “Oggi non c’è stata alcuna schiarita, noi insistiamo nel ritenere necessaria la partenza di Ita attraverso 3 trattative private: aviation, manutenzione e handling (servizi di terra, ndr) venendo meno a quello che chiede l’Ue. L’Europa esige azioni non percorribili se si vuole un’azienda competitiva sul mercato, crea palesemente vantaggio per i concorrenti. Noi chiediamo di far prevalere l’interesse nazionale”. Cosìl segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi.

La necessità di una svolta nelle trattative con Bruxelles è emersa anche dall’incontro avuto ieri tra i commissari e il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Il ministero ha parlato apertamente di “stallo delle negoziazioni” e ha indicato la necessità di una “nuova strategia di azione” da concertarsi con i ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, per permettere la continuità operativa della compagnia aziendale. La scorsa settimana Bruxelles ha autorizzato una nuova tranche di aiuti (pagati dallo stato italiano) da 24 milioni di euro, meno della metà rispetto a quanto chiesto dal Governo.

Per il via libera al rilancio della compagnia, per cui il governo Conte aveva già stanziato 3 miliardi di euro, la Commissione Ue chiede la cessione di un consistente numero di slot (tra cui la metà di quelli di Linate), una mini flotta di 47 aerei, personale più che dimezzato e impossibilità di usare il logo Alitalia per almeno due anni. Nel frattempo centellina le risorse che arrivano nelle casse della compagnia che in queste condizioni non è in grado di arrivare all’estate. Secondo alcune indiscrezioni di stampa nella trattativa influirebbero anche forti pressioni lobbistiche da parte di low cost come Easyjet e Ryanair. La possibilità che Roma ribalti il tavolo, mettendo in conto future sanzioni da parte di Bruxelles, e proceda comunque al salvataggio della compagnia non è così remota.

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