“Le piccole imprese hanno necessità di finanziare il capitale circolante”. Un mantra che ascolto da 30 anni, molto spesso convinto che dall’altro lato non sempre il problema è stato focalizzato con consapevolezza

Ma cos’è il capitale circolante di una micro-piccola impresa?

In parole semplici il capitale circolante di una piccola azienda rappresenta i fondi investiti in beni di produzione circolanti (acquisto merci, pagamento stipendi, funzionamento della macchina produttiva, amministrativa e commerciale, vendita dei prodotti), cioè quei beni e servizi che fanno una circolazione continua nel processo dell’attività economica dell’organizzazione.

Liberare risorse per supportare il capitale circolante è un’attività che si può rivelare cruciale per mantenere le piccole imprese non ancora malate e aiutarle a crescere, soprattutto in un mondo in cui i tempi di pagamento delle fatture commerciali sono molto dilatati. In Italia non è un segreto che, nonostante la normativa europea imponga un massimo di 60 giorni per il pagamento delle fatture, che scendono addirittura a 30 giorni nel caso di alcuni settori come quello dell’alimentare fresco, i tempi medi di incasso restano ben al di sopra di questa soglia e anche sopra la media europea.

Secondo gli ultimi dati a disposizione, i giorni medi di incasso (Days Sales Outstanding – DSO) in Italia per le pmi sono circa 113 (!!!), un dato tra i peggiori al mondo. E proprio tempi dilatati di incasso sono spesso una delle ragioni di innesco delle crisi aziendali.

È evidente, quindi, che il ricorso a soluzioni cosiddette di supply chain finance (la finanza della catena di distribuzione) – di cui ho scritto qui – possa essere molto interessante per le pmi italiane e per tutto il sistema economico, visto che potenzialmente si potrebbero rimettere in circolo più velocemente, questo il dato stimato, ben 450 miliardi di euro!

Una delle nuove modalità di finanziare la catena di distribuzione si chiama dynamic discounting.

Il dynamic discounting è il pagamento anticipato ai fornitori a fronte di uno sconto proporzionale ai giorni di anticipo. Lo sconto è dinamico, nel senso che il fornitore può chiedere al suo cliente il pagamento anticipato quando vuole. In questo modo, da un lato, l’azienda cliente mette a reddito la sua liquidità e nel contempo offre un sostegno concreto ai propri fornitori fornendogli un canale di finanziamento alternativo e disponendo direttamente il pagamento nella data prestabilita dal venditore. Dall’altro l’azienda fornitrice incassa prima il suo credito e quindi ha in anticipo a disposizione nuova liquidità da impiegare nel suo business.

C’è poi anche un aspetto contabile non secondario, perché l’impresa che consente lo sconto dinamico trasforma in pratica i vecchi interessi attivi in minori costi di acquisto, perché lo sconto su una fattura infatti non è considerato un provento.

E’ un qualcosa di diverso rispetto alla classica linea di credito bancaria denominata “anticipo ai fornitori” laddove un istituto di credito mette a disposizione del cliente (acquirente) un finanziamento utilizzabile per pagare direttamente i fornitori sulla base della fattura pro-forma presentata. In tal caso, come si può notare, il fornitore non è assolutamente coinvolto nel processo: riceve il pagamento sulla base del prezzo pieno senza neppure sapere come si è finanziato il suo cliente.

Questi nuovi programmi di sostegno della filiera delle micro-piccole imprese consentono, invece, alle aziende clienti di ricevere un finanziamento da una banca da utilizzare poi per supportare, coinvolgendola nel processo, la propria filiera fornitori attraverso una innovativa piattaforma fintech.

Sono poche le banche che si stanno attrezzando, sono di piccole dimensioni. Ma ci sono.

Basta cercarle.

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