A partire dal 10 marzo, il Piemonte vaccinerà non solo il personale scolastico residente, ma anche tutti i maestri, i professori, i bidelli, i dirigenti che lavorano sul territorio ma non hanno un medico di famiglia nella città in cui esercitano la professione. La decisione è stata comunicata in una nota stampa con cui la Regione ha aggiornato il conteggio delle iniezioni effettuate finora. Il governatore Alberto Cirio è quindi riuscito a sciogliere un nodo che aveva creato parecchie polemiche. L’avvio delle pre-adesioni alla campagna di vaccinazione anti Covid-19 del personale scolastico, infatti, era partito il 15 febbraio, ma la Regione aveva sospeso la possibilità di aderire alla vaccinazione ai non residenti.

Una decisione che aveva subito sollecitato l’intervento delle organizzazioni sindacali. “Nessuna forma di discriminazione può essere tollerata, è inconcepibile che logiche economiche possano prevalere sul tema della salute. Se non sarà il Governo a risolvere il problema – aveva spiegato il segretario regionale dello Snals Giovanni Vittorio Pace – chiediamo che sia la Regione Piemonte a farsene carico, così come sta facendo dal 4 gennaio con i tamponi molecolari, offerti gratuitamente ai dipendenti scolastici (residenti e non), grazie al progetto ‘Scuola Sicura’ rivolto a circa 111.000 unità di personale, docenti e Ata, degli istituti statali (83.000) e paritari (28.000) di ogni ordine e grado. Un invito che rivolgiamo direttamente al presidente Alberto Cirio affinché la positiva azione della Regione Piemonte, a favore del personale scolastico, non si limiti solo alla diagnosi (tampone molecolare) ma si estenda anche alla somministrazione gratuita del vaccino”.

Un appello che non è caduto nel vuoto. Sul portale www.ilpiemontetivaccina.it è arrivata la buona notizia: “Il personale scolastico e universitario che non ha il proprio medico di famiglia in Piemonte può comunque aderire alla campagna vaccinale, ma con delle specifiche modalità che saranno comunicate nei prossimi giorni”. Gli insegnanti e il personale Ata che non risiedono in Piemonte dovranno comunque manifestare la propria adesione alla campagna attraverso il sito ad hoc e riceveranno successivamente l’appuntamento per la vaccinazione tramite un sms e/o una mail ai recapiti indicati. “In brevissimo tempo e senza particolare aggravio burocratico – ha sottolineato l’assessore regionale Luigi Icardi – chiunque si trova sul nostro territorio per qualche motivo può chiedere di avere l’assegnazione di un medico di base. Coloro che per qualche motivo non lo facessero vengono comunque vaccinati e registrati. Questo serve per chiedere alla struttura commissariale il reintegro dei vaccini”. La soluzione ha trovato la soddisfazione delle organizzazioni sindacali e soprattutto delle migliaia di insegnanti del Sud Italia che si trovano in cattedra in Piemonte e rischiano di ammalarsi ed essere lontani dalla famiglia.

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